Berti: ci deve essere una agenzia unica e ci batteremo per costituirla
Il piano di sviluppo della banda larga in Veneto si è articolato in diverse azioni. Nel 2012, ad esempio, è iniziata la posa della fibra ottica di proprietà pubblica da mettere a disposizione degli operatori. C’è stata poi una seconda fase, quella dei contributi agli operatori per l’attivazione dei servizi di connettività (che si dovrebbe completare entro il 2015). Infine, ad aprile di quest’anno sono partiti i progetti territoriali di banda larga. In tutto, la Regione ha speso circa 73 milioni di euro grazie a fonti di finanziamento europee, nazionali e regionali in questo segmento di spesa, oltre ad un’altra ventina in altri settori. Anche da questi elementi prendono spunto le risposte di Berti alle nostre cinque domande. 1) Fondamentale. La banda larga per noi è l’infrastruttura principale da realizzare in brevissimo tempo, è la grande opera utile per rilanciare la regione e poter essere competitivi nel mondo. Tutta l’economia Veneta, policentrica e diffusa, deve essere messa in rete nel più breve tempo possibile. 2) Il Tav tra Verona e Vicenza costerà circa 5 miliardi di euro. No al Tav, che è un progetto del 1991 con il futuro alle spalle, sì alla banda larga, che è l’alta velocità delle informazioni e del futuro. Usiamo quei fondi per cablare tutto il Veneto, non per 54 chilometri di cemento. 3) No. Abbiamo un evidente gap tecnologico ed infrastrutturale, che ci vede dietro anche alla Grecia (come Italia). Nel Bellunese, sede dell’occhialeria mondiale, le aziende devono avere le parabole sul tetto per il segnale internet. Dobbiamo aggiungere altro? 4) Turismo ed export digitale, settore oggi ancora sconosciuto ai più. Le piccole nicchie ed eccellenze del territorio potranno essere conoscibili e vendibili ovunque, come già molti altri progetti esteri fanno (faccio un esempio: Globeln). 5) Ci deve essere un’agenzia unica e ci batteremo con tutte le nostre forze per costituirla.