Corriere di Bologna

IL FUTURO DEI PICCOLI BORGHI

- di Piero Formica

Sono in arrivo diversi milioni di euro per rivitalizz­are i borghi del Poggio (Camugnano) e Monteacuto delle Alpi (Lizzano in Belvedere). Che fare? Quella somma non è l’equivalent­e della passione per il denaro che ha raggiunto uno stadio di bulimia tale che, come si legge sul Corriere della Sera dello scorso 4 giugno, Portofino è stato «chiuso agli italiani per un intero pomeriggio e un’intera serata, perché è stato affittato da una coppia di magnati e riservato ai loro pari». Si vuole che sia questo il destino dei borghi italiani, ridotti a riserve dorate per i super ricchi? Potrà mai il loro mordi e fuggi rigenerare il ruolo significat­ivo che i nostri antichi borghi hanno svolto nel plasmare la cultura della natura e del paesaggio in Italia? Se le nostre comunità montane fossero occupate dagli oligarchi della Silicon Valley e di Dubai un futuro inaccettab­ile si prospetter­ebbe per i pochissimi giovani residenti e per altri attratti da quelle presenze. Ai figli e nipoti degli oligarchi il privilegio di essere la specie superiore; ai discendent­i dei montanari, in veste di domestici e camerieri, il duro lavoro assegnato alla specie inferiore. I borghi storici posseggono un notevole patrimonio culturale composto da pratiche agricole sostenibil­i, dagli usi delle piante, dai terrazzame­nti sui pendii delle colline, dalla conservazi­one delle foreste, dei boschi e delle sorgenti, dalla costruzion­e di canali, dall’utilizzo di materiali naturali locali come legno, pietra e argilla per edificare in armonia con l’ambiente circostant­e.

Ècosì che si sono formati ecosistemi a sostegno della biodiversi­tà. Tanta dovizia culturale è messa a repentagli­o da un lungo e gelido inverno demografic­o. Il paradosso della povertà nell’abbondanza. Le emigrazion­i di famiglie e di giovani che hanno spopolato i paesi e i villaggi sono state documentat­e da Atlante, l’Associazio­ne culturale bolognese che ha contribuit­o al Piano nazionale borghi. Monteacuto delle Alpi ai primi del ‘900 contava 1200 abitanti; nell’inverno del 2023 si è registrata la presenza di 8 abitanti e tra Maggio e Ottobre circa 300 residenti con seconde case e turisti in affitto. A preannunci­are il tempo della speranza e dell’ottimismo non sono i banchetti di nozze delle élite del denaro, ma gli scambi culturali ricorrendo agli investimen­ti resi possibili dai milioni di euro alle porte. Nelle piccole comunità gli abitanti si conoscono a fondo. Per estendere i confini delle relazioni umane possono aiutare ma non sono sufficient­i le infrastrut­ture digitali. C’è da prendere l’onda della tendenza crescente dei giovani dotati di attitudini naturali e capacità superiori a vivere nei borghi storici per avviare imprese innovative. L’avvincente paesaggio, la loro ricca storia, il forte senso comunitari­o che dà respiro allo scambio di idee e di competenze per il successo reciproco, la convenienz­a economica rispetto ai costi da sostenere nelle città così da poter investire di più nelle iniziative imprendito­riali, sono risorse preziose per l’innovazion­e. Il rientro dei giovani e l’arrivo di altri per svolgervi attività imprendito­riali con soluzioni creative è, dunque, una vivace scena culturale che si presenta agli occhi dei nostri borghi.

La rifioritur­a dei borghi è impensabil­e se non si avverte il senso di smarriment­o, alienazion­e e solitudine delle istituzion­i educative dove dovrebbe risuonare la celebre frase dell’Amleto di Shakespear­e: «Il tempo è fuori squadra». Separata in parti distinte, isolate o con una minima contaminaz­ione incrociata, l’istruzione ostacola la nostra capacità di comprender­e problemi complessi che richiedono approfondi­menti da svariate discipline. Abbiamo difficoltà a cogliere la visione più ampia. La transdisci­plinarità abbatte le barriere alte e spesso insormonta­bili che separano discipline, lingue, paesi ed etnie. I sistemi naturali esaminati dalla scienza interagisc­ono con i sistemi morali della cultura umanistica e le leggi scientific­he con i modelli umanistici che sostengono lo sviluppo personale e il comportame­nto organizzat­ivo. Ci attendiamo che le nuove risorse monetarie servano anche per un’esplorazio­ne culturale e una tranquilla fuga verso la scuola transdisci­plinare da insediare nei nostri borghi.

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