Il Superbonus in 10 anni, dalle coop a Confindustria «Una bomba a orologeria»
Atteso l’emendamento in Cdm. «Così saltano le imprese»
Non è ancora stato presentato e già raccoglie le critiche delle associazioni di categoria. L’emendamento annunciato per oggi dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, volto a introdurre in via obbligatoria l’utilizzo in dieci anni anziché in 4/5 dei crediti d’imposta derivanti dai bonus fiscali per le spese effettuate da inizio 2024 fa l’en plein di dichiarazioni negative. Dall’Alleanza delle Cooperative a Confindustria, passando per i costruttori.
«Rendere obbligatoria la dilazione in dieci anni dei crediti del Superbonus — scrivono Agci, Confcooperative e Legacoop — innescherebbe una bomba a orologeria che metterebbe in ginocchio le imprese, alimentando contenziosi che coinvolgerebbero aziende, banche e famiglie: uno shock che va scongiurato». «Se la previsione diventasse un obbligo di legge per alleggerire il peso dei crediti esigibili sul bilancio dello Stato — aggiungono — si rischierebbe di far saltare tutti i piani economico-finanziari e di mettere in dissesto le imprese che confidavano di poter utilizzare il credito, acquisito come pagamento del corrispettivo, come previsto dalla legislazione vigente».
Si arriverebbe cioè al paradosso che le aziende, pur in presenza del credito, «dovrebbero comunque versare parte di imposte e contributi dovuti, per effetto della dilazione in dieci anni introdotta con effetto retroattivo». Se poi la disposizione riguardasse anche i lavori in corso, «ciò determinerebbe— denunciano le coop — un blocco degli stessi in modo da rivedere tutte le condizioni contrattuali con la committenza, compresi i condomini, per rendere gli appalti sostenibili. Le controversie che insorgerebbero produrrebbero un effetto esplosivo con gravi conseguenze per tutti: famiglie, imprese, oltreché tutti i cessionari, comprese banche e intermediari finanziari. Senza dimenticare le gravi ripercussioni che tale provvedimento è destinato a determinare per le cooperative sociali e le cooperative di abitanti a proprietà indivisa».
Pollice verso anche di viale dell’Astronomia che col vicepresidente bolognese Maurizio Marchesini fa notare che, pur comprendendo «le difficoltà del governo» per impedire che la coda dei crediti da Superbonus metta a rischio il deficit programmatico di questo 2024, «non ne condividiamo l’eventuale retroattività». Il governo può disporre lo spalma-crediti «per decreto legge a vigenza immediata— è la considerazione di Marchesini —, ma allora lo si applichi solo per crediti maturati da spese sostenute successivamente a quella data. Migliaia d’imprese e cittadini devono poter effettuare ragionate scelte d’investimento pluriennali, non modificabili da interventi retroattivi, che mettono in seria difficoltà le famiglie e le filiere dell’immobiliare. Non è più dilazionabile un tavolo di confronto: per affrontare il futuro e disegnare il modello dei nuovi incentivi necessari per attuare la direttiva Ue sull’efficientamento energetico degli immobili». Infine, l’Ance: «Aspettiamo di vedere il testo — dice la presidente Federica Brancaccio —. Escludiamo che ci sia una retroattività, altrimenti avrebbe un impatto devastante su imprese, banche e cittadini».