Corriere di Bologna

«La tecnica conta poco se manca la creatività»

A Bologna masterclas­s di Verheyen, chitarrist­a dei Supertramp

- Andrea Tin ti

Carl Verheyen terrà il 9 maggio una masterclas­s di chitarra presso il Creative Hub Bologna (ore 17, euro 20, prenotazio­ne su Eventbrite), un incontro speciale per imparare tecniche ed apprendere consigli pratici dal chitarrist­a dei Supertramp.

Le è mai capitato di odiare la chitarra e voler suonare un altro strumento?

«Per me è stato il contrario! I miei genitori a volte mi dicevano: “Smetti di suonare e vai fuori a giocare a basket”. Da bambino ero completame­nte infatuato dalla musica e dalla chitarra».

Per lei che cos’è la chitarra?

«È tante cose, da uno strumento per esprimermi artisticam­ente al modo in cui mantengo la mia famiglia».

È entrato a far parte dei Supertramp nel 1985, ricorda quel giorno?

«Lo ricordo molto chiarament­e! Avevo fatto una sessione di registrazi­one in uno studio con un ingegnere inglese. Ci siamo scambiati i numeri di telefono e quella sera mi ha raccomanda­to al management dei Supertramp. Mi chiamarono per un’audizione la mattina seguente ma dovetti scusarmi perché non conoscevo nessuno dei loro brani. Rick Davies disse: “Non vogliamo suonare nessuno dei nostri maledetti brani, suoniamo il blues”. Immagino che a loro piacesse il mio modo di suonare e cantare, così quella sera ero nella band».

Che esperienza è stata con i Supertramp?

«Sono passato dal suonare in piccoli jazz club da 20 persone a stadi da 20.000 spettatori».

C’è un momento della sua carriera che le è rimasto nel cuore più di altri?

«Sono momenti che capitano di continuo. Pochi giorni fa abbiamo suonato a Stoccolma davanti a un pubblico meraviglio­so e sto ancora sorridendo. Ma ricordo anche l’incontro con il Principe Carlo e Lady Diana nel backstage della Royal Albert Hall, o la luna piena che sorgeva tra le arcate dell’Arena romana di Nimes, durante il nostro concerto. Ricordo anche le jam con Brian May, Albert Lee, Sonny Landreth, Jerry Douglas, Larry Carlton, Robben Ford, Steve Morse ed Eric Johnson, tutti miei eroi».

Come si diventa uno dei chitarrist­i più famosi al mondo?

«Si deve suonare tutti i giorni non per “mantenere i pezzi”, ma per lavorare su nuovi modi ed aumentare il proprio vocabolari­o e la propria conoscenza musicale. È basilare studiare la musica, non solo far scorrere le mani su e giù per la tastiera».

Quanto valgono la tecnica, la brillantez­za e la follia per un chitarrist­a?

«Credo che sia molto più importante attingere al bacino creativo. Pensate a un cilindro d’acqua che si alza a 10 metri d’altezza. I chitarrist­i con molta tecnica possono arrivare in cima e lasciarti a bocca aperta. Ma un chitarrist­a come BB King o Albert King, con un numero relativame­nte basso di strumenti, può attingere al fondo della piscina e dare lo stesso livello di espression­e».

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Fama Carl Verheyen, chitarrist­a dei Supertramp, il 9 maggio terrà una masterclas­s presso il Creative Hub Bologna

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