Allarme Ires su inquinamento e consumo di suolo
Scarsa qualità dell’aria con tre città dell’Emilia-Romagna che nel 2022 sono entrate nella maglia nera delle più inquinate per concentrazioni maggiori di polveri sottili (Modena, Reggio Emilia e Piacenza), crescita del consumo di suolo nonostante la legge regionale del 2017 che punta ad azzerarlo, una mappa della criticità idrogeologica da rivedere dopo l’alluvione di un anno fa, elevata produzione di rifiuti procapite. È il quadro in gran parte negativo che emerge dall’Osservatorio del lavoro e dell’economia regionale di Ires, Istituto ricerche economiche e sociali della Cgil EmiliaRomagna, nel focus dedicato all’ambiente: «L’andamento è peggiorato per diversi motivazioni, la situazione climatica non aiuta. Abbiamo avviato con la Regione il Pair 2030, in cui sono previsti interventi importanti già a partire dalla ricostruzione post alluvione — commenta Maurizio Lunghi, della segreteria della Cgil Emilia-Romagna — è una grande scommessa, una corsa contro il tempo quella di cercare di migliorare gli indicatori». Rispetto alla qualità dell’aria dopo il miglioramento degli anni passati, la regione «sembra più ferma rispetto alle altre; si evidenzia nel 2022 un peggioramento con valori che restano al di sotto dei termini di legge — dice Gianluca De Angelis, ricercatore Ires — ma se confrontati con i nuovi limiti dell’Oms che raccomanda di portare a 15 g/m3 e 5 g/m3 la concentrazione rispettivamente di pm10 e pm2.5, l’Emilia-Romagna fa registrare ovunque valori nettamente al di sopra, anche in Appennino. Infatti la concentrazione di pm10 si attesta a 27 microgrammi per metro cubo (nel 2021 era 24) e quella di pm2.5 passa da 16 a 16,5. L’inquinamento è acuito dalle condizioni climatiche, che nel 2022 hanno visto un deficit di 212,44 millimetri di piogge e una temperatura media di 1,24 gradi più alta rispetto alla media degli ultimi trent’anni. «Il territorio si è impermeabilizzato per la siccità, poi saturato con gli eventi di maggio scorso, frane e smottamenti hanno portato detriti a valle dove le infrastrutture si sono dimostrate inadeguate. Contiamo 56 mila frane, la metà nuove. Una situazione che purtroppo non frena il consumo di suolo», ribadisce De Angelis. Si è registrato un aumento dello 0,32% rispetto al 2021, 635 ettari persi. «La legge regionale sta dando dei risultati, ma in parte discutibili», afferma il presidente Ires Emilia-Romagna Giuliano Guietti. Poi i rifiuti. Nel 2022 ogni residente ha prodotto 633,4 chili di rifiuti solidi, un po’ meno del 2021 ma 139,7 chili in più della media italiana: è il dato più alto del Paese. Pesa la quota di popolazione non residente che vanifica i buoni risultati della differenziata.
Tre città emiliane hanno alte concentra zioni d polveri sottili