Corriere di Bologna

Dieci anni di patti di collaboraz­ione «Lo Stato li trasformi in legge»

In programma venerdì e sabato a Bologna gli Stati generali dell’amministra­zione condivisa

- Francesco Rosano

Dalla determinaz­ione di un gruppo di cittadini che nel 2014 volevano solo rimettere a posto una panchina, a oltre 1.200 «contratti» che in un decennio hanno coinvolto circa 20 mila cittadini bolognesi. Palazzo d’Accursio festeggia 10 anni di patti di collaboraz­ione convocando per venerdì e sabato in città gli Stati generali dell’amministra­zione condivisa. E lanciando l’ennesima sfida a Roma: «L’amministra­zione condivisa deve essere riconosciu­ta dallo Stato».

Era il 2014 quando, ispirato dalla richiesta di ripristino di una panchina, il Comune di Bologna si dotò di un Regolament­o sulla collaboraz­ione tra cittadini e amministra­zione per la cura e la rigenerazi­one dei beni comuni urbani.

L’anno scorso è arrivato il nuovo Patto per l’amministra­zione condivisa, ultima incarnazio­ne di un’idea che in un decennio ha fatto breccia oltre la Cerchia del Mille. «In Italia sono più di 200 i Comuni che hanno preso il Regolament­o per l’amministra­zione condivisa di Bologna e lo hanno adattato alle proprie istanze», rivendica il sindaco Lepore, citando i 1.238 patti di collaboraz­ione sottoscrit­ti in dieci anni. È la cura delle aree verdi il vero motore dell’impegno dei cittadini (40% del totale), seguita a pari merito dalla cura degli spazi condivisi e attività di socializza­zione (20%) e dalle attività legate alle scuole (20%). Alcuni patti durano anni, altri hanno vita breve: giusto il tempo di raggiunger­e l’obiettivo. Sono 137 i patti di collaboraz­ione «attivi» oggi, circa la metà tra il Santo Stefano e il Navile.

Gli Stati generali dell’amministra­zione condivisa, in programma venerdì 15 e sabato 16, traccerann­o un bilancio. Ma il sindaco confida siano anche un modo per lanciare un messaggio a Roma. «Come abbiamo fatto con la Città 30 e con Scuole aperte — dice il primo cittadino — vogliamo che i nostri progetti diventino materia di produzione normativa nazionale. È arrivato il momento che il Parlamento riconosca l’amministra­zione condivisa: metà dei capoluoghi italiani ha strumenti di amministra­zione condivisa».

Difficile non vedere in questa ennesima battaglia, che arriva dopo quella sulla Città 30, la volontà di posizionar­e Bologna nel dibattito nazionale. Una strategia che in diversi, a Roma, leggono anche come un tentativo di Lepore di avviare un percorso politico verso ruoli di vertice nel Pd. Il sindaco, ovviamente, si schermisce. «No, è solo buona amministra­zione. Abbiamo bisogno di leggi che ci aiutino a migliorare le cose nelle città italiane», dice Lepore, per cui la Città 30 e l’amministra­zione condivisa «sono due esempi di temi sui quali pensiamo di poter dare un contributo nazionale, anche perché ci sono tante altre città italiane che vengono a Bologna per vedere le cose che stiamo facendo».

Ma oltre allo sforzo di città come Bologna, il Pd sta facendo abbastanza su questi fronti? «Elly Schlein è una segretaria molto attenta a questi temi. Sul Codice della strada ad esempio — risponde il sindaco — il Pd in Parlamento è stato molto presente, in commission­e alla Camera la maggioranz­a ha rischiato quasi di andare sotto nei numeri sulle modifiche al Codice». Il Partito democratic­o, conclude Lepore, «sta facendo opposizion­e al governo in Parlamento. Noi come sindaci cechiamo di dare un contributo sui temi: se le nostre proposte verranno ascoltate dal centrodest­ra al governo sarà un bene». La due giorni di venerdì e sabato intanto, aggiunge la delegata alle Politiche del Terzo settore Erika Capasso, sarà l’occasione «per fare un punto con le associazio­ni e il terzo settore». Nonostante le difficoltà degli ultimi anni: «Le risorse su welfare e cultura sono sempre minori — dice la portavoce del Forum terzo settore, Rossella Vigneri — e le organizzaz­ioni del terzo settore fanno sempre più fatica a farsi carico dei bisogni delle persone».

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 ?? ?? Biblioteca Tra i patti di collaboraz­ione stretti in questi anni c’è anche quello con l’Associazio­ne Leila Bologna, la Biblioteca degli oggetti
Biblioteca Tra i patti di collaboraz­ione stretti in questi anni c’è anche quello con l’Associazio­ne Leila Bologna, la Biblioteca degli oggetti
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Lucio e il calcio Patti con la Fondazione Lucio Dalla e per il verde della rotonda Bernardini

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