Besta, cresce il fronte del no in 500 sfilano contro il progetto «Un incontro con i favorevoli»
Con il comitato Verdi, sinistra radicale e No Passante
«Gli alberi non vanno tagliati, devono essere amati. Sono loro a farci respirare». A guidare le circa 500 persone per tutto il tempo del corteo di ieri per dire no alla demolizione delle scuole Besta e all’abbattimento di decine di alberi, con bandiere al cielo, corone di alloro e cappelli con fiori e foglie, un gruppetto di bimbe tra gli otto e i dodici anni: le loro voci, che hanno intonato buona parte degli slogan, hanno messo d’accordo tutti perché, intorno alla principale richiesta del comitato promotore di salvare il parco Don Bosco e di ristrutturare la scuola esistente, si sono riuniti comitati, associazioni e partiti schierati a favore dell’ambientalismo .
Dopo aver raccolto quasi tremila firme contrarie alla costruzione di una nuova struttura, così come previsto dal progetto dell’amministrazione comunale, e un presidio tuttora in corso nel parco con tanto di tende, il comitato Besta è infatti tornato a manifestare per le strade, da piazza XX settembre al Don Bosco appunto, dando così una risposta a distanza al neonato comitato del sì: «Ben 60 persone hanno firmato a favore del progetto di una nuova scuola che devasta il parco – ha detto Gianni De Giuli, portavoce del comitato Besta –. Noi ne abbiamo raccolte 2.800 e ora siamo in piazza. Mi pare evidente la sproporzione, ma in ogni caso proponiamo loro un incontro. Ma mi pare anche evidente quanto l’amministrazione Lepore non stia dando ascolto alle richieste della comunità». Su quest’ultimo insiste anche il portavoce bolognese di Europa Verde, Danny Labriola, in corteo insieme alla sua consigliera regionale, Silvia Zamboni: «Spero possa essere finalmente l’occasione per avviare un confronto vero», è l’auspicio di Labriola, che al collo ha portato i numeri relativi agli alberi abbattuti a Bologna
dal 2019 al 2023. In totale circa 8.180, un numero che stride anche rispetto a un’altra delle motivazioni portate in piazza a sostegno della causa, ovvero l’inquinamento della città. «Ci preoccupano l’abbattimento di oltre 40 alberi di alto fusto e la cementificazione di una parte consistente del parco, una preziosa area verde in un quartiere fortemente urbanizzato – ha continuato il portavoce –. Tanti cittadini si chiedono giustamente come mai si debbano spendere oltre 18 milioni di euro per un nuovo edificio scolastico, mentre la ristrutturazione delle scuole gemelle, le Guercino, sia costata solo tre milioni».
Oltre al tema della Besta, dunque, il filo rosso dell’intera manifestazione è stata «l’opposizione al cemento»: lo ha ripetuto più volte anche De Giuli. Presenti, infatti, i No Passante, Legambiente, gli attivisti di Fondo Riparazione, ma anche comitati di quartiere, sindacati di base ed esponenti di Sinistra Unita, Potere al popolo, Rifondazione. Rispetto alla presenza di questi ultimi, qualcuno ha protestato, ma le bandiere non si sono abbassate. Lo stesso tracciato è stato studiato appositamente per toccare le aree coinvolte, riprendendo una definizione dei partecipanti, da «colate di cemento»: piazza dell’Unità e la Bolognina con il futuro sottopasso in via Ferrarese e poi, ancora, via Donati Creti con la P Tower, il Mercato Sonato con la sua demolizione, infine il Don Bosco. Ed è stato proprio qui, a destinazione, che i 500 si sono uniti in un abbraccio grande l’intero parco.
Slogan e cartelli
Ci sono le associazioni ambientaliste e molti giovani: ora confronto vero con il Comune