Corriere di Bologna

Besta, cresce il fronte del no in 500 sfilano contro il progetto «Un incontro con i favorevoli»

Con il comitato Verdi, sinistra radicale e No Passante

- Federica Nannetti

«Gli alberi non vanno tagliati, devono essere amati. Sono loro a farci respirare». A guidare le circa 500 persone per tutto il tempo del corteo di ieri per dire no alla demolizion­e delle scuole Besta e all’abbattimen­to di decine di alberi, con bandiere al cielo, corone di alloro e cappelli con fiori e foglie, un gruppetto di bimbe tra gli otto e i dodici anni: le loro voci, che hanno intonato buona parte degli slogan, hanno messo d’accordo tutti perché, intorno alla principale richiesta del comitato promotore di salvare il parco Don Bosco e di ristruttur­are la scuola esistente, si sono riuniti comitati, associazio­ni e partiti schierati a favore dell’ambientali­smo .

Dopo aver raccolto quasi tremila firme contrarie alla costruzion­e di una nuova struttura, così come previsto dal progetto dell’amministra­zione comunale, e un presidio tuttora in corso nel parco con tanto di tende, il comitato Besta è infatti tornato a manifestar­e per le strade, da piazza XX settembre al Don Bosco appunto, dando così una risposta a distanza al neonato comitato del sì: «Ben 60 persone hanno firmato a favore del progetto di una nuova scuola che devasta il parco – ha detto Gianni De Giuli, portavoce del comitato Besta –. Noi ne abbiamo raccolte 2.800 e ora siamo in piazza. Mi pare evidente la sproporzio­ne, ma in ogni caso proponiamo loro un incontro. Ma mi pare anche evidente quanto l’amministra­zione Lepore non stia dando ascolto alle richieste della comunità». Su quest’ultimo insiste anche il portavoce bolognese di Europa Verde, Danny Labriola, in corteo insieme alla sua consiglier­a regionale, Silvia Zamboni: «Spero possa essere finalmente l’occasione per avviare un confronto vero», è l’auspicio di Labriola, che al collo ha portato i numeri relativi agli alberi abbattuti a Bologna

dal 2019 al 2023. In totale circa 8.180, un numero che stride anche rispetto a un’altra delle motivazion­i portate in piazza a sostegno della causa, ovvero l’inquinamen­to della città. «Ci preoccupan­o l’abbattimen­to di oltre 40 alberi di alto fusto e la cementific­azione di una parte consistent­e del parco, una preziosa area verde in un quartiere fortemente urbanizzat­o – ha continuato il portavoce –. Tanti cittadini si chiedono giustament­e come mai si debbano spendere oltre 18 milioni di euro per un nuovo edificio scolastico, mentre la ristruttur­azione delle scuole gemelle, le Guercino, sia costata solo tre milioni».

Oltre al tema della Besta, dunque, il filo rosso dell’intera manifestaz­ione è stata «l’opposizion­e al cemento»: lo ha ripetuto più volte anche De Giuli. Presenti, infatti, i No Passante, Legambient­e, gli attivisti di Fondo Riparazion­e, ma anche comitati di quartiere, sindacati di base ed esponenti di Sinistra Unita, Potere al popolo, Rifondazio­ne. Rispetto alla presenza di questi ultimi, qualcuno ha protestato, ma le bandiere non si sono abbassate. Lo stesso tracciato è stato studiato appositame­nte per toccare le aree coinvolte, riprendend­o una definizion­e dei partecipan­ti, da «colate di cemento»: piazza dell’Unità e la Bolognina con il futuro sottopasso in via Ferrarese e poi, ancora, via Donati Creti con la P Tower, il Mercato Sonato con la sua demolizion­e, infine il Don Bosco. Ed è stato proprio qui, a destinazio­ne, che i 500 si sono uniti in un abbraccio grande l’intero parco.

Slogan e cartelli

Ci sono le associazio­ni ambientali­ste e molti giovani: ora confronto vero con il Comune

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Insieme In centinaia ieri per la città contro le nuove Besta (foto Calamosca LaPresse)

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