Un preolimpico in bianconero Sarà Pajola contro Teodosic
La carta che abbiamo da giocare, nella speranza di andare alle Olimpiadi, potrebbe essere applicare anche su Teodosic il «trattamento Rodriguez». Cancellata la stella spagnola di Milano in finale scudetto, nella probabile finale del torneo preolimpico, domenica a Belgrado, ad Alessandro Pajola si chiederà di fare lo stesso contro l’asso della Virtus e della Serbia. «Milos lo marco tutti i giorni in allenamento da due anni. Quando ci siamo salutati, a Bologna, ci siamo un po’ sfidati. Gli ho detto: ehi attento, che tanto ci vediamo a Belgrado…» ha sorriso, dal raduno azzurro, il 22enne di Ancona. Annullata per Covid l’amichevole col Venezuela, annullata per Covid la prima partita del girone col Senegal, l’Italia comincia domani alle 16.30 contro Porto Rico. Che pezzi grossi non ne ha, ma sarà meglio non sottovalutarlo: l’unico nome noto nel suo roster è Gary Browne, il playmakerino di Trento che fece il diavolo a quattro contro la Virtus all’ultima di stagione regolare, 26 punti e 9 assist, sbancando la Fiera, mettendo anche Pajola in una rara serata di imbarazzo difensivo. Era il 10 maggio, pensare che di lì a un mese quella Segafredo avrebbe dato 4-0 in finale a Milano sarebbe stato da pazzi. «I grandi sogni a volte si realizzano. Intanto è bello essere qui, tra giovani e veterani» ha aggiunto Pajola in vista di un Preolimpico in salsa bianconera.
Quattro i virtussini neoscudettati nei dodici dell’Italia, Awudu Abass, Giampaolo Ricci (imminente il suo passaggio a Milano) e Amedeo Tessitori oltre a Pajola, fanno cinque con Teodosic nella Serbia. Ma ci sono anche quattro ex virtussini, Marco Spissu, Simone Fontecchio, Ricky Moraschini e Michele Vitali, gli ultimi due i bolognesi di nascita della spedizione. Il tutto guidato da un Ct formalmente ancora a libro paga della Fortitudo. Alla probabile ultima chiamata in azzurro, visto che il dopo Sacchetti pare già scritto: a meno di miracoli belgradesi al suo posto andrà il neoscudettato Sale Djordjevic, che ha un motivo in più per tifare per la sua, di nazionale, quella che ha guidato dal 2013 al 2019, prima di passare la mano a Igor Kokoskov.
Inutile stare a pensare a quanto è forte la Serbia, con a bordo gli Mvp di Eurolega (Micic) ed Eurocup (Teodosic), ma a casa quello di Nba (Jokic), mentre Bogdanovic e Gallinari stanotte hanno gara 4 di Atlanta-Milwaukee. Una collezione di stelle, e giocano pure in casa, anche se il fattore campo dovrebbe essere l’ultimo dei problemi: duemila spettatori a partita ammessi, circa un quarto della capienza del vecchio Pionir, il leggendario palazzo in centro, vicino al Danubio, ora rinominato Sala Aleksandar Nikolic, il Professore che tra l’altro nella sua lunga carriera ha allenato sia la Virtus che la Fortitudo. Belgradese doc come Djordjevic, se la guarderà da fuori, con grande interesse, anche Stefan Markovic. Che perderà il suo sorprendente secondo posto assoluto nella classifica delle presenze in nazionale serba: primo è Dejan Bodiroga con 76, poi c’è lui con 65, ma verrà superato dall’ala dei Miami Heat Nemanja Bjelica che ne ha 64. Più indietro Teodosic (56), che però a Tokyo, a 34 anni, vuole proprio andarci. Di fronte gli metteremo Pajola, Spissu e l’altra novità Nico Mannion, magari in tre se ne fa uno di quel livello.
” Pajola Milos l’ho marcato tutti i giorni, quando ci siamo salutati a fine stagione l’ho un po’ sfidato a parole: attento, ci vediamo a Belgrado...