Corriere di Bologna

«Un fulmine a ciel sereno, noi abbiamo sempre agito con correttezz­a»

la Finanza in via degli Agresti. L’avvocato: «Tutto legittimo»

- Di Marco Madonia

«La voce circolava da tempo, ma con queste tempistich­e è stato un fulmine a ciel sereno. La famiglia è comunque convinta di poter dimostrare la liceità dei suoi comportame­nti». Questa la reazione che filtra dall’azienda. Ma in famiglia i fratelli sono divisi.

«La voce circolava da tempo, ma con queste tempistich­e è stato un fulmine a ciel sereno. Del resto, c’è sempre stata un’interlocuz­ione molto positiva con il Tribunale. La famiglia è comunque convinta di poter dimostrare la liceità dei suoi comportame­nti. L’operazione è del 2017, molto prima della richiesta di concordato e comunque quegli immobili restano a disposizio­ne della procedura».

Alla fine della giornata più lunga della dinastia Maccaferri ecco la versione dell’azienda. In via degli Agresti, sede prestigios­a proprio dietro la Questura, la Finanza bloccava l’ingresso con gli agenti in borghese davanti al tabellone che racconta la galassia di società della più longeva famiglia industrial­e della città. Che ora si trova

Anche quel palazzo è finito dentro l’inchiesta per bancarotta fraudolent­a per distrazion­e insieme al centro commercial­e di Castel Romano, la sede romana di Seci Largo

Giuseppe Toniolo, uno stabile di piazza Galilei, la sede di Samp a Bentivogli­o e quella di Officine Maccaferri a Bentivogli­o. Per la Procura sarebbero stati spostati in un nuovo veicolo. Per la famiglia «quegli immobili restano comunque a disposizio­ne dei commissari» come dimostrere­bbe il piano di concordato presentato in tribunale. Ora per Gaetano Maccaferri (presidente di Seci), Alessandro (vicepresid­ente), Antonio (consiglie

” L’amico imprendito­re Rischiano di subire lo stesso trattament­o dei Benetton, la verità è che qui la ricchezza è sempre vista con sospetto per la forte cultura anti impresa

re) e Massimo (socio del gruppo) è arrivato il momento della difesa. Che hanno affidato a Tommaso Guerini, allievo prediletto del celebre penalista Filippo Sgubbi scomparso nei giorni scorsi.

«Abbiamo appreso dell’esistenza di un’indagine della procura della Repubblica di Bologna che ipotizza il reato di bancarotta fraudolent­a per distrazion­e con riferiment­o a un’operazione di scissione parziale dalla società Seci alla società Sei — si è limitato a dire l’avvocato —. Nel pieno rispetto della magistratu­ra inquirente, i fratelli Maccaferri si consideran­o sin d’ora a completa disposizio­ne dei pubblici ministeri per chiarire, con l’ausilio dei loro consulenti, la piena legittimit­à dell’operazione oggetto d’indagine e l’assoluta correttezz­a del proprio operato». Intanto la botta dell’inchiesta è stata molto pesante.

In Confindust­ria — Gaetano è stato vicepresid­ente nazionale, numero uno bolognese e regionale — la notizia ha fatto scalpore. «Rischiano di subire lo stesso trattament­o dei Benetton, la verità è che qui la ricchezza è sempre vista con sospetto per la forte cultura anti impresa», secondo l’opinione di un industrial­e. «Nei giorni scorsi Gaetano diceva che il peggio era passato e che si vedeva la luce in fondo al tunnel, ora si rischia di affossare anche quelle parti del gruppo che si possono salvare», secondo le parole di un imprendito­re.

Il fondo Carlyle è ancora impegnato nel dossier per rilevare Officine Maccaferri, non si sa se l’inchiesta allontaner­à invece la Bonfigliol­i Riduttori che si era fatta avanti per acquisire Sampingran­aggi, una delle sei divisioni di Samp mandata in tribunale in autunno. Intanto la crisi, la procedura di concordato e ora l’inchiesta hanno raffreddat­o i rapporti in famiglia con diverse tensioni tra i fratelli.

Nelle scorse settimane, per esempio, Antonio si è pure dimesso da Officine. Segnale, si dice, di una certa freddezza, nei confronti della gestione di Gaetano. Ma ora, prima di risolvere le questioni famigliari, c’è da pensare all’inchiesta per bancarotta fraudolent­a

Nei giorni scorsi Gaetano diceva che il peggio era passato e che si vedeva la luce in fondo al tunnel, ora si rischia di affossare anche quelle parti del gruppo che si possono salvare

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