Il prefetto lascia Bologna Impresa: «Vado in pensione»
Per la successione a Palazzo Caprara circolano i nomi dell’attuale prefetta di Catanzaro, Francesca Ferrandino, e di quello di Padova, Renato Franceschelli
Arrivata a Bologna neanche due anni fa, a fine mese il prefetto Patrizia Impresa lascia Palazzo Caprara per andare in pensione.
«È stato un finale di partita molto importante in una città che ha saputo conservare la sua natura anche in un momento difficile come questo», dice.
Arrivata a Bologna nel 2018, va in pensione: Bologna ha conservato le sua qualità nei momenti più difficili
«Oltre al sindaco, devo anche ringraziare il prefetto di Bologna, la dottoressa Impresa. Per la quale chiedo un applauso aggiuntivo». Il cardinale Zuppi esce dal cerimoniale, dopo un’intensa benedizione davanti alle foto dei caduti della resistenza. Il suo è un saluto che va oltre la grammatica istituzionale. «Perché — spiega la guida della chiesa bolognese — a fine mese lascia l’incarico, e ci lascia anche un po’ di vuoto. Le manifestiamo il nostro ringraziamento per questi due anni di servizio alle istituzioni e alla nostra città, e anche per questi due ultimi mesi che valgono almeno altri due anni».
Il prefetto ringrazia, poi si avvia assieme al sindaco Virginio Merola con il quale si trattiene a parlare per qualche minuto davanti all’ingresso laterale di Palazzo d’Accursio. Domani è un altro giorno, il primo weekend con i locali riaperti si avvicina e le misure di controllo quasi certamente andranno rafforzate. Andare via adesso, in un momento così delicato, deve avere un sapore strano. «Lasciare Bologna dispiace sì, per me è stato vivere un finale di partita molto importante, con grande impegno ed entusiasmo». Avellinese, classe ’55, Patrizia Impresa termina la carriera e va in pensione affidando al suo successore una città che «ha saputo conservato le sue grandi qualità anche nei momenti più difficili e in particolare in questo che stiamo vivendo. La sua enorme forza culturale, sociale e produttiva, salvaguardate anche in un tempo di guerra come questo».
Arrivata nel luglio del 2018 da Padova per sostituire Matteo Piantedosi (che nel frattempo è volato al Viminale), la numero uno di Palazzo Caprara
si è trovata a gestire la difficilissima transizione nella gestione dei migranti, dal sistema di accoglienza diffusa degli Sprar a quello introdotto dalle nuove e stringenti politiche portate dal decreto firmato Matteo Salvini. In una città con una forte spinta all’accoglienza e che ha dovuto fare i conti con lo stravolgimento dei criteri. Costretta a sopperire alla conseguente
” La forza di questa città la salva anche in momenti come questo
assenza di concorrenti ai bandi per gestire i Centri di accoglienza straordinaria e alle situazioni complesse venutesi a creare nell’hub di via Mattei. Per non dimenticare i servizi legati all’ordine pubblico, i concerti a numero chiuso nell’era post attentati nelle piazze blindate.
Una carriera iniziata nell’81, culminata prima nella nomina a viceprefetto di Varese, poi a prefetto di Cuneo e quindi Padova. Ma più di tutto questo finale intenso, sia per l’importanza strategica che per questi mesi di emergenza, con le strade presidiate a tutela delle norme anticontagio, gli elicotteri in volo sulle autostrade per evitare esodi vacanzieri, le zone rosse i controlli necessari anche sul materiale sanitario e la sua destinazione, oltre a quelli del rispetto delle norme anticovid nelle aziende. Proprio per l’importanza che riveste Bologna adesso è facile immaginare che al Viminale verrà individuata una soluzione rapida per la sua successione.
Non oltre una decina di giorni dalla fine del mandato, quindi al massimo entro metà giugno. Diversi i nomi circolati in queste ore, quelli con più insistenza portano all’attuale prefetta di Catanzaro, Francesca Ferrandino, e ancora a Padova, con Renato Franceschelli.