Tutti in sala (ma da casa) La rassegna di film in rete
«Schermi in classe» Ci si collega sulla piattaforma, si prenota uno dei tremila posti disponibili e si guarda. Quattro le opere in proiezione gratuita nel mese di aprile. E alla fine parla anche il regista. Si parte oggi con «La guerra dei cafoni»
Una sala virtuale da 3mila posti, dove poter interagire subito dopo la visione. È quella allestita da oggi pomeriggio grazie all’iniziativa #iorestoacasa con «Schermi in Classe», rassegna promossa da Cinemovel, Libera e MyMovies per portare il cinema e il confronto con i registi nel mondo della scuola. Quattro i film in streaming gratuito in aprile, alle 16, con i registi a disposizione subito dopo la visione.
Per partecipare sarà sufficiente collegarsi dal proprio computer, tablet o device alla pagina dedicata www.mymovies.it/iorestoacasa/sic, selezionare il film e prenotare uno dei posti disponibili. È l’ennesima proposta partorita da Cinemovel, un’esperienza nata a Bologna nel 2001 grazie a Elisabetta Antognoni e Nello Ferrieri con l’intento di recuperare la dimensione originaria del cinema.
Quella sviluppatasi inizialmente nelle fiere di paese prima di trovare ospitalità al chiuso delle sale, portando, ad esempio, il grande schermo in tanti villaggi africani dove il cinema non era mai arrivato. Da anni Cinemovel si muove anche nel mondo della scuola con il progetto «Schermi in classe», in collaborazione con Libera, che allestisce sale cinematografiche temporanee nelle scuole italiane. Ora che le aule sono chiuse, quella socialità che da sempre è il collante delle attività di Cinemovel Foundation viene declinata attraverso una visione in streaming arricchita dal dialogo successivo con i registi. La rassegna si apre oggi con «La guerra dei cafoni» di Davide Barletti e Lorenzo Conte, del 2017, una storia di adolescenti ambientata in un Sud Italia incontaminato e metafisico a metà degli anni ‘70. A Torrematta, territorio selvaggio e sconfinato in cui non c’è traccia di adulti, ogni estate si combatte una lotta tra bande.
Da una parte i figli dei ricchi, i signori, e dall’altra i figli della terra, i cafoni. A capo dei rispettivi schieramenti si fronteggiano il fascinoso Francisco Marinho, il cui nomignolo rimanda a un biondo terzino del Brasile del tempo, e il torvo Scaleno. Per i due registi, il film «non è solo uno scontro tra bande di ragazzini, ma la radicalizzazione del concetto di bene contro male, di bianco contro nero, di dentro contro fuori. Da una parte c’è l’odio di classe, l’istinto a sopraffare, la violenza, dall’altra la leggerezza stralunata e poetica dell’adolescenza. Tragedia e commedia, metafora e realismo, prosa e poesia, un’oscillazione continua che non ci ha mai abbandonato durante tutta la lavorazione».
Martedì si proseguirà poi con «La zuppa del demonio», documentario di Davide Ferrario che utilizza i materiali dell’Archivio del Cinema d’Impresa di Ivrea e il cui titolo riprende un termine utilizzato da Dino Buzzati per descrivere le lavorazioni dell’altoforno, nel commento a un documentario del 1964.
A seguire, il 23, la docufiction «La mia classe» di Daniele Gaglianone, dove Valerio Mastandrea impersona un maestro che dà lezioni a una classe di stranieri che mettono in scena se stessi. Extracomunitari che vogliono imparare la lingua per avere il permesso di soggiorno e vivere in Italia.
La chiusura, martedì 28 aprile, sarà affidata a «La nave dolce» di Daniele Vicari, sul drammatico arrivo in Italia di ventimila albanesi a bordo della nave Vlora nel 1991.