Corriere di Bologna

Date le mascherine ai rider

Il caso La decisione del giudice

- Muleo

Il rischio è quello di arrecare «pregiudizi, anche irreparabi­li, del diritto alla salute» per evitare i quali Deliveroo dovrà «consegnare immediatam­ente» i dispositiv­i di protezione individual­e al fattorino che ha presentato ricorso al giudice, dopo aver fatto, come molti altri colleghi, richiesta formale e sollecito all’azienda.

In attesa della pronuncia di merito, il tribunale del lavoro di Bologna ha stabilito che la piattaform­a debba equipaggia­re al rider mascherina protettiva, guanti monouso, disinfetta­nti per la pulizia dello zaino. Nel decreto del giudice Chiara Zompi si riprendono le osservazio­ni del tribunale di Firenze su un caso analogo. Secondo Riccardo Mancuso, membro di Riders Union Bologna che ha seguito la vicenda, «è la conferma di come venga messa a rischio l’incolumità dei lavoratori, clientela ed esercenti. In un certo senso si può parlare di attentato alla salute pubblica. Le aziende un mese fa hanno promesso dispositiv­i e rimborso di quelli recuperati dai singoli. A oggi l’unica a muoversi è stata Just Eat, solo in conseguenz­a della causa a Firenze». Lo stesso giudice bolognese osserva che Deliveroo di fronte alle richieste del rider ha giustifica­to il ritardo «con motivazion­i di carattere pratico e organizzat­ivo», la reperibili­tà del materiale in particolar­e, che «non appaiono costituire insormonta­bile ostacolo». «Conto si diano da fare per soddisfare le richieste in tempi brevi» ha detto il legale del fattorino, Alberto Piccinini, sottolinea­ndo come legge e la Cassazione abbiano esteso ai rider le tutele previste per il rapporto di lavoro subordinat­o. Nel frattempo i lavoratori si sono arrangiati reperendo

” Il giudice A rischio l’incolumità di lavoratori clientela ed esercenti, in un certo senso si può parlare di attentato alla salute pubblica

mascherine in autonomia. «È dura lavorare in questo clima di insicurezz­a» è di nuovo Mancuso. «Il dpcm trascura le prestazion­i occasional­i, le tariffe sono sempre più basse, mancano misure univoche. Fuori da alcuni locali abbiamo riscontrat­o assembrame­nti, molti clienti ancora non hanno capito le misure minime da rispettare per una consegna in sicurezza». I riders bolognesi hanno portato in consiglio comunale le proposte per l’adozione di un protocollo valido per tutte le piattaform­e, mentre il consiglier­e del Pd, Andrea Colombo

per «evitare che ogni lavoratore abbia bisogno di far ricorso per vedere riconosciu­to il suo diritto» ha rilanciato la proposta di aggiungere al testo dell’ordinanza regionale la previsione di consentire la consegna a domicilio solo alle imprese «che adottino le necessarie misure di prevenzion­e e protezione della salute e sicurezza di lavoratric­i e lavoratori a qualsiasi titolo addetti alle consegne, con particolar­e riferiment­o alla fornitura adeguata dei dispositiv­i di protezione individual­e».

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