Clarins, 35 esuberi a Castenaso
I sindacati: l’azienda non è in crisi, azione sproporzionata. Avviate le trattative
Clarins cede il ramo fragranze a L’Oreal e annuncia 35 esuberi, su 80 lavoratori, nell’azienda di Castenaso.
I sindacati: non c’è crisi, provvedimento sproporzionato. Avviate le trattative.
Non è in crisi, ha appena concluso un’intesa milionaria con L’Oreal, eppure Clarins licenzia 35 persone nello stabilimento di Villanova di Castenaso. O almeno ci prova, perché le trattative avviate con i sindacati sembrano offrire una qualche speranza. Ad ogni modo la multinazionale francese della cosmetica di lusso dopo aver ceduto a L’Oreal il ramo fragranze (con i marchi Azzaro e Mugler) ha annunciato l’esubero di 35 dipendenti, su 80 — quasi la metà — nella sede di Villanova, più altri cinque a livello nazionale (dove invece si conta un totale di 170 addetti).
A denunciare quanto sta accadendo alle porte di Bologna sono Filcams-Cgil, FisascatCisl e Uiltucs-Uil. «A qualche settimana dall’avvio della procedura di licenziamento collettivo la multinazionale francese è ancora molto distante dall’intesa con i sindacati»: nella mattinata di ieri i rappresentanti dei lavoratori scrivevano così, ma nel pomeriggio si è aperta una maggiore disponibilità alla trattativa.
La cessione a L’Oreal «ha sicuramente rappresentato per il gruppo Clarins un’opportunità economica di rilievo — rimarcano i sindacati — Infatti, pur non essendo stato reso noto l’importo della transazione, è facile presumere che la cessione di una divisione che nel 2018 rappresentava per Clarins un fatturato pari a 340 milioni di euro dovrebbe aver fruttato un importo coerente con quel volume di fatturato». Insomma, Clarins Italia e il gruppo Clarins «sono economicamente in salute, non certo in crisi. Appare pertanto quantomeno insolito che la trattativa si svolga esattamente con le stesse modalità adottate in situazioni analoghe da aziende in crisi», è la conclusione. «Nonostante ciò al tavolo del confronto, si fatica a trovare una soluzione coerente con questi dati economici. Le proposte finora avanzate dall’azienda per addivenire alla definizione di un accordo sono state ritenute dai lavoratori stessi e dai loro rappresentanti del tutto insufficienti, anche sotto l’aspetto di soluzioni alternative ai licenziamenti», protestano i sindacati, che contestano anche l’affidamento di alcuni servizi, come il magazzino, a società esterne.
«Siamo consapevoli — ammette Ilaria Mattioli della Filcams — che la cessione di un ramo d’azienda, di una concessione in esclusiva comporti una riorganizzazione della produzione. La proprietà ha previsto una contrazione di fatturato in futuro, ma il provvedimento e il numero degli esuberi ci sembra molto sproporzionato, tanto più che l’operazione ha comunque fruttato in termini di risorse».
Ora i sindacati sono determinati a far ridurre significativamente la quantità degli esuberi e a «trovare il migliore degli accordi possibili per i lavoratori e per garantire la continuità dell’occupazione», tenendo conto anche del radicamento dell’impresa nel territorio, fin da quando era in mano a Monari Group. Un nuovo incontro è fissato per la prossima settimana.