Zuppi benedice le Olimpiadi: guardare avanti
Il sindaco ribadisce il suo ok ma bacchetta Nardella: lancia la palla senza consultarsi con gli altri
L’idea di candidare Firenze e Bologna per le Olimpiadi del 2032 ottiene la benedizione dell’arcivescovo Zuppi. «Tutto quello che serve per guardare avanti, tutto quello che può dare uno slancio e offrire un obiettivo va bene», dice. Merola fissa la road map e pensa ad alleanze con altre città.
L’idea di organizzare le Olimpiadi 2032 a Firenze e Bologna ottiene anche una benedizione di peso. È quella dell’arcivescovo Matteo Maria Zuppi, sul cui capo Papa Francesco calerà a breve la berretta cardinalizia, che ieri ha sposato il proposito delle due città. «Bisogna fare bene i calcoli, bisogna valutare tutto, bisogna mettersi insieme e lavorare — avverte Zuppi —. Ma tutto quello che serve per guardare avanti, tutto quello che può dare uno slancio e offrire un obiettivo va bene: perché vuol dire crescere e coinvolgere tutti, dando una spinta alla conoscenza e anche all’economia». Una benedizione in piena regola per un’idea sulla quale i due sindaci hanno cominciato a lavorare
Il vescovo di Bologna premette, sorridendo, che quella delle Olimpiadi è «un’iniziativa che va vista con attenzione, io vengo da Roma...», dove a suo tempo la questione dei Giochi innescò un dibattito infuocato che alla fine affossò il progetto. Ma il “gioco” questa volta può valere la candela, insiste Zuppi: «È molto intelligente che ci sia già un’altra città in ballo. Ribadisco che serve un calcolo sulle possibilità, perché è bene darsi un obiettivo ma è bene anche capire se ce la si può fare, rischiando quel minimo che bisogna rischiare. Ma guardare avanti è ambizione, è importante, sennò si conserva solo il passato e questo non va bene».
Il tema continua a tenere banco. A cominciare dalle parole di chi per primo l’ha messo sul piatto, il sindaco di Firenze Dario Nardella. «Il sindaco Merola, giustamente, ha detto che una delle cose da fare è mettere insieme un comitato promotore con personalità di rilievo nazionale e internazionale — dichiara —. Lo faremo, senza correre e senza superficialità». «Il Cio — aggiunge — tiene molto a organizzare manifestazioni che siano sostenibili», in grado di abbracciare «aree geografiche vaste e non singole città». «Le Olimpiadi invernali 2026 vanno da Milano a Cortina — prosegue — , non vedo perché non si possa andare dalla Toscana all’Emilia Romagna. Stiamo con i piedi per terra, l’entusiasmo è la benzina per lavorare con lucidità e tranquillità».
Ben venga la candidatura di Bologna e Firenze ma Roma resta «imprescindibile» per il presidente della Toscana Enrico Rossi, ieri in città ospite della Festa dell’Unità in un dibattuto con Merola. «Bisogna ragionare in modo aperto pur mantenendo in mano la proposta», aggiunge Rossi facendo notare che in altre parti del Paese esistono già le strutture adeguate. Perché ad esempio bisogna «far attenzione a indebitarci sui villaggi olimpici», conclude.
Parole che rincuorono Merola che tuttavia non si è mostrato troppo impensierito dalle sottolineature di Rossi ma al contrario ha bacchettato Nardella per un’uscita poco condivisa con Bologna. «Dario ha un difetto fiorentino — dice —, che lancia la palla senza consultarsi con gli altri e poi dire che bisogna andare avanti». Merola ribadisce comunque il suo giudizio, «l’idea è buona», ma fissa alcuni paletti: «Servono alleanze con altre città, dobbiamo dire cosa vogliamo fare del nostro sistema fieristico e aeroportuale e del nostro sistema turistico». E traccia la road map, «nel 2025 occorre presentare la candidatura, ci incontreremo con Dario Nardella, i due presidenti di Regione e chi serve per definire una base vera, cioè cosa serve e cosa facciamo nell’attesa». Ad esempio su fiere e aeroporti. Perché, conclude il primo cittadino, «è un’occasione che comunque vada servirà a migliorare la vita delle nostre due comunità».
” Il presidente Rossi «Roma resta imprescindibile e attenzione a indebitarci sui villaggi olimpici»