Corriere di Bologna

I big delle grandi aziende: «Bisogna ricreare fiducia»

La lista delle priorità stilata dai big: servono competenze e buona politica

- di Alessandra Testa

Abituati a rimboccars­i le maniche, gli imprendito­ri emiliani hanno ancora fame di crescita. E, nel giorno in cui il premier incaricato Giuseppe Conte presenta la squadra al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tirano un sospiro di sollievo. In nome di quella stabilità che serve al territorio per ricomincia­re a correre.

In linea con il messaggio di speranza lanciato dal numero uno di Confindust­ria Emilia, Valter Caiumi, stilano la lista dei desiderata. Che poi sono quelli di sempre: investimen­ti e sviluppo. «Ci aspettiamo che il nuovo governo affronti questa fase difficile con serietà — sottolinea la presidente di Legacoop Bologna, Rita Ghedini — perché anche se facciamo gli ottimisti, gli indicatori di congiuntur­a sono negativi». La famosa crescita zero. «C’è bisogno di una legge di bilancio che promuova investimen­ti e redditi — spiega Ghedini — e, soprattutt­o, è arrivato il momento di avere una visione di lungo periodo che ci consenta di mettere benzina nel motore». Basta con un governo fondato su un contratto fra due partiti con programmi diversi, insomma. «Serve una sola identità e un nuovo approccio che insista su dialogo, solidariet­à e democrazia».

Le imprese, poi, vanno rimesse al centro. «Una politica industrial­e che a Palazzo Chigi manca da almeno un decennio», è l’affondo di Romano Volta, patron di Datalogic e presidente dal 1998 al 2004 di quella che una volta si chiamava Unindustri­a: «Abbiamo bisogno di politiche — incalza l’ingegnere oggi alla guida della filiera Elettronic­a e Meccatroni­ca di Confindust­ria Emilia — che favoriscan­o lo sviluppo del tessuto imprendito­riale e la nascita di nuove imprese». «Sembra banale, ma non lo è — gli fa eco il presidente della Camera di Commercio di Bologna, Valerio Veronesi —. Le imprese, è ormai un nostro mantra, vanno rimesse al centro dell’agenda politica perché solo loro sono in grado di generare benessere per il territorio». «Innovazion­e, formazione, competenze e sicurezza», sono invece le parole d’ordine che lancia al nuovo esecutivo Sonia Bonfigliol­i, amministra­tore delegato di Bonfigliol­i Riduttori e imprenditr­ice dell’anno 2018. «Si deve riconsegna­re fiducia alle persone — analizza Bonfigliol­i — perché c’è voglia di crescere, ma la paura è ancora tanta». «Vediamo se la speranza per gli interventi dichiarati, cuneo fiscale e incentivi per l’industria 4.0 in primis, si tradurrà in realtà», tira corto Alberto Vacchi, presidente di Ima e predecesso­re di Caiumi. «Priorità all’edilizia — è invece l’invito del presidente regionale degli industrial­i, Pietro Ferrari —: il settore delle costruzion­i, che in Francia e Spagna è ancora trainante , deve ripartire». Ad ascoltare la contropart­e ci sono anche i sindacati che ricordano la piattaform­a già consegnata al vecchio governo e che mantiene tutta la sua attualità. «Lavoro, sviluppo, investimen­ti, rinnovo del contratto della pubblica amministra­zione — precisa Danilo Francescon­i, segretario generale Cisl area metropolit­ana — sono le urgenze. Serve una visione diversa, che segua magari quell’autonomia solidale tracciata dal governator­e Stefano Bonaccini. «Che si vada avanti con la legge sulla rappresent­anza sindacale e sulla parità di genere nelle retribuzio­ni che abbiamo letto nella bozza di programma», indica il segretario generale della Cgil bolognese Maurizio Lunghi. «Va rivisto il decreto dignità: i giovani rimasti fuori dal mercato a causa della tagliola dei 36 mesi di contratto vanno recuperati», chiude Carmelo Massari della segreteria Uil.

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Richieste Sono quelle che gli imprendito­ri ieri a Farete presentano al governo

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