Corriere di Bologna

Nel cantiere tra macerie e nuovi muri

- Blesio

Ruspa e muletto stanno facendo piazza pulita degli ultimi 17 anni dello stabile al civico 24 di via Fioravanti. Accanto agli immancabil­i umarell, diverse persone si sono alternate davanti all’Xm24 a guardare gli operai spazzar via tutto e alzare un muro di ferro per limitare il cantiere.

Un cantiere e un’isola. È tutto quel che resta dell’Xm24. L’isola ha due ombrelloni piantati a terra accanto a una salvia dalle foglie ricurve e qualche seggiola sbilenca. Sopra quel prato, davanti all’ex mercato, il giorno dello sgombero sono sfilate migliaia di persone intervenut­e in solidariet­à degli occupanti. Di questi ultimi, il giorno dopo l’accordo con il Comune, c’è qualche rappresent­ante accanto a due bandiere che sventolano. Presidiano da lontano, con lo sguardo fisso sul cantiere e nulla intorno se non la musica classica dell’agosto bolognese: cicale e ruspe. Il cantiere, oggi a Bologna, si scrive senza k. La ruspa della discordia ci sta ancora lavorando. Sposta quel che resta di un’autogestio­ne durata 17 anni.

Quel che era vita ieri, oggi è ciarpame. Un muletto muove invece lastre di alluminio. Tutto intorno all’ex centro sociale di via Fioravanti stanno costruendo un muro alto tre metri. Delimiterà il cantiere, appunto, per tutto il tempo di realizzazi­one del cohousing. Tra poche ore quel che è stato si negherà allo sguardo: la scuola di italiano per migranti, la cicloffici­na, le palestre popolari con il laboratori­o di tessuti aerei, l’hatha yoga e il corso autogestit­o di boxe, ma anche il mercato contadino di Campi Aperti, il bar fino agli spazi per la musica e per l’editoria autoprodot­ta. Uomini vestiti d’arancione stanno spazzando via tutto a colpi di ruspa e muletti. Le storie di centinaia di persone per poche ore ancora resteranno ammonticch­iate al centro del piazzale, poi via tutto. Carrelli della spesa divelti accanto a seggiole dalle gambe spezzate raccontano di pranzi collettivi e popolari, come la pastasciut­ta antifascis­ta dello scorso 25 luglio. Cassette colorate, ora accatastat­e assieme a pezzi di vetro e intonaco, hanno probabilme­nte raccolto i radicchi rossi e verdi delle campagne bolognesi venduti i giovedì anche alle signore-bene della città. «Eat the rich not the animals» recita lo slogan pittato su una delle pareti ancora integre dell’ex mercato ortofrutti­colo. La polvere alzata dalla ruspa sta coprendo anche vecchie poltroncin­e verde oliva così comode all’aspetto da rivelare, come il grande forno di seconda mano con ancora i ciocchi di legna sotto, trascorsi di una conviviali­tà spartana ma funzionale. Mentre l’Xm24 diventa detrito — con polizia, carabinier­i e vigili a presidiare — al cantiere si avvicina gente in un pellegrina­ggio ritmato e costante. Chi si aggrappa alla rete, mentre il muro di alluminio si alza, chi alla memoria. Poche ore e non ci sarà più nulla da vedere e si dovrà attingere dai soli ricordi.

Come per ogni cantiere che si rispetti a queste latitudini non mancano gli umarell. Sono di vedetta come sempre, ma in via Fioravanti condividon­o la posizione con Willy-lo-sciamano e ragazzi con i rasta. Forse già oggi non vedranno più nulla, perché l’alluminio avrà coperto già tutto. Rimarranno i murales per un po’, almeno finché gli autori non deciderann­o di cancellarl­i o non lo farà il Comune. «Le idee non si sgomberano», recita uno. Per quelle non basta una ruspa.

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Barriera La stanno innalzando a protezione del luogo

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