Meganne, la «bolognese» che sfida i ghiacci e la Brexit
La studiosa e le sue scoperte in attesa della cittadinanza
Meganne Christian ha natali inglesi e da quattro anni vive a Bologna. È arrivata con un assegno di ricerca al CNR e a metà novembre partirà per una missione di un anno in Antartide nella selezionatissima squadra DC15. A giugno ha fatto richiesta di cittadinanza, che potrebbe non arrivare in tempo per trasformare lei e i suoi risultati scientifici in «italiani»: la Brexit incombe.
Non c’è colpevole, nella storia di Meganne. Ma un antagonista, se vogliamo, sì. Ed è il tempo. Quello della burocrazia può trasformarsi nel peggiore dei nemici e smontare anche il più scontato degli happy end. Meganne Christian è una donna di trent’anni, nata in un paesino del Kent, in Inghilterra. A cinque anni si è trasferita in Australia con la famiglia e dopo il dottorato è arrivata in Italia. È sbarcata a Bologna a 26 anni, con un assegno di ricerca al CNR.
Sotto le Torri lei e il marito
La missione
Durerà 12 mesi, 4 nella notte polare, la base è su un ghiacciaio a 3.200 metri
hanno messo da quattro anni le radici, tanto da acquistare casa qui, in Corticella. Così a giugno Meganne ha potuto presentare la richiesta di cittadinanza italiana, raccogliendo e consegnando tutti i documenti necessari. Tra pochi giorni partirà per Concordia, la base italiana in Antartide e farà parte del PNRA, acronimo che identifica il Programma nazionale di ricerche in Antartide a cui parteciperà la DC15, la selezionatissima squadra di Meganne. La missione durerà dodici mesi. Proprio in quel periodo la Brexit entrerà ufficialmente in vigore. E i tempi per la pratica di cittadinanza potrebbero rovinare tutto.
«Io vorrei che i miei risultati sul riscaldamento globale venissero ufficialmente riconosciuti come i prodotti di un’italiana» ci dice Meganne. Se la pratica della cittadinanza italiana dovesse incagliarsi nella rete della burocrazia troppo a lungo, succederà quello che la studiosa vuole scongiurare. «Ho tutte le carte per farcela, ma da quando aprono la pratica a quando rispondono hanno 48 mesi di tempo. E io, della pratica, a oggi non ho nemmeno il codice».
Per assicurare all’Italia la bandiera sui suoi traguardi e a Meganne una cittadinanza che le faciliterebbe anche la vita di tutti i giorni basterebbe che arrivasse entro un anno il via libera dalla Prefettura. «Avendo tutti i requisiti, penso che verrebbe accettata subito».
Bologna, per Meganne, è stato un approdo felice. «Mi hanno accolto tutti benissimo. Ho colleghi fantastici, come lo sono gli amici del coro». Meganne è contralto, canta nel coro dell’Università e nel Coro Spore. Meganne è al contempo il «fisico dell’atmosfera» del team che si recherà in Antartide. Per un anno Meganne e la sua squadra rimarranno isolati dal mondo, nell’impossibilità fisica di qualunque contatto con l’esterno o missione di salvataggio: la base Concordia, soprannominata «il Marte bianco», è situata su un ghiacciaio a 3.200 metri di altitudine e distante 2.000 chilometri dalla costa con una temperatura media invernale di -60 C°. In quei dodici mesi, quattro li trascorreranno nella totale oscurità della notte polare.
Tra i diversi esperimenti a cui lavorerà Meganne ci sarà anche la raccolta di dati metereologici, utili a studiare gli effetti del riscaldamento globale. Sarà lei, nella stazione, a coglierli.
«Tutta la formazione che
Meganne Christian Vorrei che i miei risultati sul riscaldamento globale venissero ufficialmente riconosciuti come i prodotti di un’italiana
La burocrazia
La Brexit potrebbe entrare in vigore prima dell’arrivo della cittadinanza italiana
ho fatto per arrivare fin qui l’ho fatta in Italia, sono cresciuta con la ricerca qui. Per questo vorrei che fossero “italiani”, i miei risultati». Nella sciagurata ipotesi, ma per nulla remota, che i tempi delle pratiche fossero più lunghi dell’entrata in vigore della Brexit, «i miei risultati saranno riconosciuti invece come prodotti da un cittadino britannico ed extraeuropeo».