Il Pd scarica Manca «È ineleggibile? Si apra una riflessione»
Il partito: «La sua ineleggibilità? Un fatto nuovo di cui discutere»
«Siamo di fronte ad un fatto nuovo davanti al quale è necessario aprire una riflessione con il Pd di Imola, quello regionale e quello nazionale». Il vicesegretario del Pd di Bologna, Luigi Tosiani, apre il caso sulla candidatura nel collegio uninominale di Imola di Daniele Manca, che rischia di essere ineleggibile.
Nel Pd esplode un caso politico sulla candidatura alle Politiche del sindaco di Imola, Daniele Manca. Nel mostruoso mosaico legislativo italiano è rimasta una legge del 1956 che prevede che i sindaci delle grandi città si dimettano 180 giorni prima della scadenza naturale della legislatura se vogliono candidarsi. Da allora è cambiato il mondo, e adesso i sindaci sono eletti direttamente, ma la norma è ancora lì. Manca si può candidare anche se formalmente «ineleggibile» (sarà il Parlamento a decidere in caso di elezione) ed è intenzionatissimo ad andare avanti, forte anche di diversi pareri legali, correndo nel collegio uninominale di Imola. Ma, e qui si apre il caso, per il Pd di Bologna c’è un problema.
«Noi ribadiamo la nostra assoluta stima nei confronti del sindaco di Imola — spiega il vicesegretario del Pd di Bologna, Luigi Tosiani — ma il tema della possibile ineleggibilità rappresenta per noi un fatto nuovo che impone una riflessione. Una riflessione che faremo insieme alla Federazione di Imola, al Pd regionale e al Pd nazionale». Un affondo che dunque riapre la partita almeno in chiave locale, anche se poi sono in molti a dire che questo tema verrà affrontato e deciso a Roma. Il ragionamento che si fa nel partito non sbarra la strada alla candidatura di Manca, ma di certo ne complica molto la corsa. «La riflessione che faremo — continua Tosiani — ci porterà a scegliere i profili più efficaci con autonomia e responsabilità. Vogliamo anche ricordare che il collegio di cui si parla non è solo di Imola, ma comprende anche Bologna».
Se non è scontro poco ci manca. Anche perché tradizionalmente è sempre stata rispettata l’autonomia della Federazione di Imola nelle scelte del Partito democratico. Perché questo attacco frontale del Pd? C’è chi usa l’espressione « competion is
competion » per dire che a un certo punto ognuno usa tutte le armi che ha. E di sicuro il Pd di Bologna ha un problema non facile da risolvere: un certo affollamento di candidati potenziali e un numero scarso di posti disponibili. E dunque liberare dalla candidatura di Manca il collegio di Imola (più gli altri tre alla Camera e i due al Senato) darebbe un po’ di fiato a Via Rivani. C’è però anche un problema politico da non sottovalutare. Manca ne fa una questione di principio, sapeva della norma in questione e ha scelto di non dimettersi prima per evitare di far arrivare il commissario, ora vuole andare fino in fondo convinto di essere dalla parte del giusto. Ma di questi tempi il Pd è preoccupato di portarsi dietro in campagna elettorale il caso di un candidato potenzialmente ineleggibile, che diventerebbe facile bersaglio delle opposizioni, Cinque Stelle in testa.
Di sicuro Manca non è fortunato con le scadenze che contano. Qualche anno fa era il candidato naturale per la successione di Vasco Errani alla guida della Regione, ma poi la partita si fece molto confusa e fu costretto a un passo indietro. C’è però un possibile piano alternativo per evitare un’altra delusione al sindaco di Imola, considerato in regione ormai uno degli uomini più vicini al segretario pd, Matteo Renzi. Promuovere una sua candidatura nel listino proporzionale in una posizione che gli garantisca un seggio. Questa soluzione ha un vantaggio molto importante: se il Parlamento decidesse che poi il sindaco Manca non è eleggibile non si tornerebbe a votare nel collegio uninominale, ma semplicemente entrerebbe il candidato del Partito democratico in lista dietro Manca.
Tosiani È bene ricordare che il collegio uninominale di cui si parla non è solo quello di Imola ma comprende anche Bologna