Il libro di racconti del ristoratore Carati del Caminetto d’oro
L’ennesimo ristoratore che scrive un libro, «forse ne potevamo fare a meno», diranno in molti, o quantomeno lo penseranno, se non fosse che il ristoratore in questione Paolo Carati, nostro concittadino e titolare del Caminetto d’oro, storico ristorante della città è riuscito «nell’impresa» di pubblicare un libro di racconti, non di ricette, non di aneddoti sulla propria storia e vita, ma di racconti brevi, seppur tutti legati dal filo conduttore della convivialità, della tavola e di tutti quei sentimenti che ronzano intorno a chi si accosta al cibo. Piccoli racconti, già usciti una decina di anni or sono nell’inserto economico de L’Unità ABC. Ora trovano un nuovo senso e uno spazio in una raccolta edita da Pendragon dal titolo, Me ne sono già andato, libro impreziosito dal disegno di copertina dell’artista Stefano Ricci e che verrà presentato domani (ore 18) dal suo autore con Helmut Failoni alla libreria Zanichelli di piazza Galvani. Racconti di fantasia dicevamo, ma che a scorrerli, come suggerisce l’autore lasciano intravedere, ben accomodati intorno ai personaggi principali, anche ai più derelitti, i clienti e i tanti personaggi incrociati nel corso di oltre trent’anni all’interno della bottega, a Carati così piace definire il proprio ristorante. A ben vedere, all’interno del libro alcuni racconti aprono ulteriori spazi dove il cibo non è solo gioia o neutro incrocio di dati e ricette come a volte ci viene presentato, spesso il cibo accompagna la solitudine, la tristezza di una perdita o dell’abbandono, il cibo è una potente memoria multisensoriale di eventi passati, con radici profonde in quel secondo cervello che è la nostra pancia ed proprio lì che l’autore va a scavare alla ricerca di storie, di sensazioni, di qualcosa che faccia comprendere la magia del nutrirsi, ma spesso quel che trova è del tutto inaspettato.