L’ombra di Igor dietro tre rapine senza colpevole
Si scava sui reati a segno prima dei delitti. Vertice con i carabinieri di Mantova e Rovigo
Le indagini sul killer della Bassa si estendono a tre rapine con il fucile fatte nel Ferrarese.
Li stanno sentendo e monitorando uno a uno i vecchi complici, la «corte dei miracoli» di cui si è circondato Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, nella sua lunga carriera criminale. Chi dà la caccia al serbo ritenuto responsabile di tre omicidi è convinto che tra le sue frequentazioni più recenti ci possa essere chi sia in grado di fornire, direttamente o indirettamente, indicazioni utili per ricostruire i suoi spostamenti in questi due anni e mezzo di latitanza in cui ha messo in fila reati in almeno tre province e, infine, arrivare al covo in cui si nasconde.
Per questo in parallelo alle ricerche senza sosta nella zona rossa e non solo, arrivate ormai al quindicesimo giorno consecutivo, gli investigatori stanno passando al setaccio il suo passato criminale. Non solo le scorribande per le quali è stato arrestato e condannato, ma anche alcune rapine sospette messe a segno nell’estate del 2016 nel Ferrarese tra Consandolo e Argenta. Reati rimasti finora senza un colpevole ma che in almeno tre casi presentano forti analogie con il modus operandi di «Igor». In quelle occasioni le vittime parlarono di un uomo armato di fucile e fascette usate per immobilizzarle. Un canovaccio sovrapponibile ai colpi di «Igor», che una volta uscito dal carcere non si sareb- con i carabinieri di Bologna, Ferrara, Mantova e Rovigo. Un vertice finalizzato a centralizzare le informazioni emerse dalle indagini e dalle ricerche sul campo. Ieri, intanto, sono stati bonificati altri casolari e vecchie cascine. Le ultime tracce del resto, per quanto non databili con esattezza, raccontano di un suo passaggio nella zona calda.
Tornando alla storia criminale di «Igor», le indagini puntano a ricostruire l’escalation del serbo: da ladruncolo violento ma senza una vera strategia a killer senza scrupoli. Il salto dalle armi bianche a pistole e fucili. In questi giorni gli investigatori hanno portato avanti accertamenti sul fucile utilizzato da Feher nella rapina di Budrio, forse lo stesso che ha sparato a Consandolo quando ha sottratto una pistola a una guardia giurata. L’ipotesi, al momento di questo si tratta, è che sia uno dei due fucili rubati a Pierluigi Tartari, il pensionato ucciso nel settembre del 2015 nel Ferrarese da Ivan Pajdek e la sua banda della quale faceva parte Vaclavic. Un omicidio però mai contestato a «Igor», che partecipò ai sopralluoghi ma non alla rapina. I fucili, mise a verbale Pajdek un anno e mezzo fa, furono abbandonati in un fosso nelle campagne circostanti e mai più ritrovati. Luoghi che il serbo conosceva benissimo.