Il No dell’Appennino nella terra del Sì Sotto le Torri un malessere trasversale
Regione in controtendenza, ma quattro province seguono il resto del Paese
È nella periferia della città e dell’area metropolitana che anche Bologna si scopre in linea con il risultato nazionale del referendum costituzionale. L’anomalia di aver visto trionfare il Sì sotto le Due Torri, pur con parecchie contraddizioni, come successo a livello provinciale e regionale, ha il sapore della triste consolazione per il Pd locale, che anche qui vede i ceti meno abbienti allontanarsi e il dna del partito sempre più diverso rispetto al passato. A Bologna il Sì è passato ottenendo 112.457 preferenze contro i 102.847 No: il 52,2% contro il 47,8%. Guardando alla provincia l’esito è stato leggermente migliore, con 303.427 voti per il Sì (52,3%) e 276.704 per il No (47,7%).
Numeri migliori per i Dem rispetto all’esito finale registrato in Emilia-Romagna, dove il consenso alla riforma si è imposto sul filo di lana: 1 milione e 262 mila Sì contro 1 milione e 242 mila No (che significa il 50,4% per il fronte pro Renzi e il 49,6% per gli avversari). In città tutti i quartieri hanno visto il trionfo del Sì, anche se con alcuni patemi d’animo, legati soprattutto ad aree periferiche, ma anche del centro, con numeri in bilico fino all’ultimo. Basti pensare che al Navile e al San Donato alla fine i favorevoli alla riforma sono riusciti a primeggiare in entrambi i casi per poco più di 300 voti: le cose sono andate meglio a Borgo Panigale, Porto, Savena e Santo Stefano, l’ex storico quartiere di centrodestra (recentemente riformato con l’aggregazione di parte del San Vitale) dove il Sì ha ottenuto la migliore performance in termini assoluti e di percentuale (oltre 20.000 voti e il 54,2%). I fortini del No sono invece stati le zone Irnerio, Malpighi, Marconi, Saffi, San Donato e, soprattutto, la Bolognina, con il 52,1% e oltre 8.700 preferenze anti-riforma. Quadranti di città dove anche durante le elezioni amministrative di giugno era prevalso il malcontento nei confronti del Pd. I Sì sono invece stati numerosissimi in zona Murri e Colli (qui il risultato vede una predominanza al 60% dei Sì).
Cambia la mappa ma l’analisi sembra la stessa per la Città metropolitana, dove i 19 Comuni in favore del No sono stati quelli dell’Appennino e più lontani da Bologna, dove i redditi medi sono più bassi e le difficoltà aumentano: è successo ad Alto Reno Terme, Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere, Castel di Casio, Vergato e Grizzana Morandi, ma anche in pianura come a Malalbergo e Baricella, poi a Monterenzio e Sant’Agata Bolognese agli estremi opposti. In regione le pro- vince con la maggioranza di No sono state quelle di Ferrara, Piacenza, Rimini e Parma. Il territorio del capoluogo guidato dall’ex pentastellato Federico Pizzarotti, invece, ha visto imporsi il Sì. Sempre in regione c’è da segnalare il clamoroso successo del No a Goro, nel Ferrarese, il paesino protagonista della rivolta anti-migranti dello scorso ottobre: il No ha trionfato con il 72,55%, un plebiscito da 1.731 voti.