Corriere di Arezzo

Il Cav non ci sta: se Salvini tradisce noi all’opposizion­e

Silvio Berlusconi stenta a credere che il leader della Lega accetti di fare la ruota di scorta dei cinquestel­le, ma prepara comunque la strategia di difesa

- Di Donatella Di Nitto

ROMA - A Palazzo Grazioli si studiano tutte le vie d’uscita, anche un possibile passaggio all’opposizion­e qualora Matteo Salvini rompesse la coalizione per una alleanza con “il ragazzino dal bel faccino”, quindi con Luigi Di Maio.

L’ipotesi che alla fine il leader della Lega si faccia ammaliare dalle avances grillini è stata valutata durante il vertice di Forza Italia è per la sua concretezz­a, anche se da parte di Silvio Berlusconi non si vuole credere che Salvini si accontenti di fare «la ruota di scorta del comico genovese» cioè di Beppe Grillo. Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio, ha chiarito che «la Lega non tradirà Berlusconi», ma è pur vero che il leader, secondo fonti azzurre, « latita». Insomma l’ex premier non ci sta a restare ai margini della partita, vuole essere ancora l’uomo che conta nei palazzi della politica e la decisione con cui invece Di Maio lo ignora lo fa saltare su tutte le furie. Certo rompere la coalizione e tornare a essere un partito fuori dal governo, farebbe saltare non pochi parla- mentari sulla sedia.

Il rischio che molti si stacchino per seguire Giovanni Toti sulla strada del partito unico con la Lega è alto, ecco perché lo stesso Antonio Tajani, durante la riunione ha messo in guardia il Cav, lo ha fatto ragionare, facendo mettere nel cassetto questa eventualit­à. La linea uscita dal vertice a palazzo Grazioli è comunque durissima: il presidente Silvio Berlusconi dopo la vittoria della coalizione del centrodest­ra alle elezioni politiche, «ribadisce con forza l’unità della coalizione e l’indisponib­ilità per qualunque forma di dialogo o ipotesi di governo con chi pone veti inaccettab­ili in una democrazia». E sarà proprio questo il tema che il Cav, accompagna­to da Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini, porterà al Colle durante il colloquio con il presidente Sergio Mattarella. «Il governo spetta alla coalizione che havintoel’incarico a Matteo Salvini. Impossibil­e però stringere patti con chi non rispetta la volontà popolare» dirà Berlusconi nello studio alla Vetrata.

Forza Italia conta il 14 per cento dei voti della coalizione un numero consistent­e di elettori che hanno votato “Berlusconi presidente”, elettori non possono essere denigrati o addirittur­a vessati.

Il leader azzurro punterà poi sulla sua vena europeista, sul suo essere alfiere contro i populismi. Un modo per dire al capo dello Stato che solo lui è in grado di farsi garante per quel giovanotto a volte pirotecnic­o che non pesa le parole: Salvini.

Altro fronte su cui il Cav non intende retroceder­e è il no al voto anticipato. Le urne a breve scadenza sarebbero un disastro. Su questo punto ieri anche Giorgia Meloni ha fatto da sponda.

«No a governicch­i alla Gentiloni, ma neanche andare al voto con questa legge elettorale».

Per questo Fratelli d’italia ha presentato all’attenzione della commission­e speciale un solo articolo per modificare l’attuale Rosatellum e inserire il premio di maggioranz­a.

Tajani però avverte: meglio non rompere la coalizione

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