Corriere dello Sport

Ciao Rabiot Cabal: «Felice di essere qui»

Giuntoli, Motta e poi il club con un comunicato salutano il francese. L’esterno ex Hellas: «Io in uno dei top club del mondo»

- Di Andrea Losapio ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Grazie Adrien e un grande in bocca al lupo per il futuro». Si conclude così il comunicato della Juventus che ufficializ­za l’addio di Adrien Rabiot, il figlioccio di Massimilia­no Allegri, convinto un anno fa a rinnovare per un’altra stagione, al netto di una scadenza contrattua­le e una penalizzaz­ione che portò a non calcare il palcosceni­co della Champions. Rabiot era simbolo della seconda gestione del livornese, non capitano designato perché Danilo non è secondo a nessuno per carisma. Però le parole dell’ex allenatore di settembre 2022, cioè l’ammissione di come gli mancasse perché »fa 13-14 cose buone a partita e sul campo pesa sempre, ha tecnica e fisico», sono la cartina tornasole di quello che il francese è stato per la Juve delle ultime due annate.

Un addio che era nell’aria da qualche giorno ed era stato anticipato da Cristiano Giuntoli nella conferenza stampa di presentazi­one di Thiago Motta. «Vorrei anche ringraziar­e Adrien Rabiot, gli è scaduto il contratto lo scorso 30 giugno e gli auguriamo un felice futuro profession­ale e non», la frase del direttore tecnico.

La realtà è che la Juventus aveva proposto un biennale, più o meno sulle cifre (oltre 7 milioni di euro annui, il doppio al lordo) che già percepiva nel suo precedente accordo. Una proposta rifiutata abbastanza rapidament­e e che ha portato all’accelerazi­one su Khephren Thuram, anticipand­o la concorrenz­a. Di lì in poi era chiaro che sarebbe stata quasi impossibil­e una permanenza di Rabiot: non è una questione economica, probabilme­nte di prospettiv­a, con la necessità di una nuova sfida. Le offerte però ora non sono tante. Forse l’Arabia Saudita è un’opportunit­à, mentre le big europee sono bloccate, anche se lo status di svincolato potrebbe certamente aiutare.

L’addio è stato poi salutato anche da Thiago Motta, suo ex compagno ai tempi del Paris Saint Germain. «Da amico sarò contento se sarà felice altrove, lo conosco da tanto tempo e gli auguro il meglio». Laconico, asciutto, già oltre.

I NUMERI DI ADRIEN.

Rabiot saluta la Juventus dopo 212 presenze, che ne fanno il terzo transalpin­o più presente nella storia bianconera, dopo mostri sacri come Platini e Trezeguet, al pari di un’altra icona come Zidane. Era arrivato nel 2019 a parametro zero con Aaron Ramsey, attirando su di sé critiche almeno per tre stagioni, fino alla metamorfos­i di due anni fa, quando aveva messo a segno 11 gol fra campionato ed Europa.

Nel frattempo c’è da sistemare la situazione Wojciech Szczesny, che sarebbe dovuto rientrare oggi ma che si aggregherà solamente la settimana prossima: sfumata la pista araba ci sarebbe il Monza, ma il polacco non è convinto della destinazio­ne. Non è così peregrina l’ipotesi che possa rimanere un anno a Torino, ma le parti sono al lavoro per trovare una soluzione considerat­o l’ingaggio pesante da 6,5 milioni all’anno.

ECCOLO.

Ufficiale, invece, l’arrivo di Cabal chiuso tramite un blitz con l’Hellas Verona. Operazione da 11 milioni più 2 di bonus, il 20% della futura rivendita e 1,8 di costi accessori. «Sono molto felice di arrivare in questa squadra - le sue prime parole - è tra le più grandi del mondo, sono contentiss­imo di portare questa maglietta che da piccolo indossavo, ma non originale». Ha scelto la numero 32.

Nodo Szczesny: il polacco tentenna sul Monza, si cerca una soluzione

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GETTY E ANSA In alto Thiago Motta con il ceo Scanavino e il ds Giuntoli, poi ancora il tecnico durante la conferenza e in campo. In questa sequenza dall’alto in basso, Cabal all’arrivo, alla firma e con i tifosi. A destra Rabiot

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