Corriere dello Sport

L’altalena di Chiesa Dall’inizio o in corsa bisogna avere Fede

Domani sarebbe la sua terza gara in nove giorni: ieri fra i titolari, in panchina solo per averlo fresco durante la partita

- Di Edmondo Pinna INVIATO A ISERLOHN edmondo_pinna

Al centro del villaggio qualcosa potrebbe cambiare, in questa anti-vigilia di Croazia-Italia dove molto è stato messo in discussion­e tira il vento di novità e di rischi, di scelte e di paure, di staffette e cambi per cercare di dare scacco non solo alla squadra di Dalic ma a tutto l’Europeo, trovando il bandolo di una matassa che la lezione spagnola ci ha tolto dalle mani. Al centro del villaggio, Chiesa potrebbe avere altri orizzonti rispetto al recente passato, per dare un senso a questo viaggio in Germania che fino ad ora - di senso - ne ha avuto poco per quanto lo riguarda. In una estate tormentata da voci di mercato e futuro in bilico, Fede fa fatica a ritrovarsi, lui che è stato fra gli eroi di Wembley, che ci ha trascinato (con altri) alla vittoria dell’Europeo che ora dobbiamo difendere. Contro la Spagna, tutta la catena di destra ha sofferto come pochi la velocità e gli attacchi della Spagna, De la Fuente ha puntato lui e Di Lorenzo senza pietà. E allora serve altro, adesso, perché vanno bene due risultati su tre, ma è meglio pensarne uno per volta, partendo dalla vittoria.

A RISCHIO.

E allora ecco che il rischio di cambiare l’ordine dei fattori nelle idee di Spalletti c’è, esiste, è palpabile. «Avrei dovuto cambiarne alcuni» ha detto a caldo dopo la vittoria di Gelsenkirc­hen, parlando delle scelte fatte alla vigilia. E allora l’ipotesi di vedere un Federico inizialmen­te in panchina non è campata in aria, anzi. Ieri, durante il penultimo allenament­o, lo ha schierato fra i titolari, o quelli che sembravano tali. Chiesa era griffato con la pettorina blu, eppure la sensazione generale erano di prove mischiate, di certezze miscelate con i dubbi, molto più di quello che avviene nei consueti match.day -2. E dunque quella che sembrava una certezza non ha perso il senso della precarietà, che avrebbe anche un senso. Avere Fede per l’ultima mezz’ora, quando può graffiare campo e avversari.

RIPOSO E TEST. Gli azzurri, da un punto di vista di sforzo fisico, vengono costanteme­nte monitorati dallo staff medico azzurro. Vengono eseguiti test ematici (PCR), vengono valutati i dati del GPS e combinati fra loro. Dovesse giocare titolare domani, per Chiesa sarebbe la terza partita in nove giorni. Ha giocato 77’ contro la Croazia e 64’ contro la Spagna. Un andamento che per l’esterno della Juve (già, ma anche questo è una spina nell’estate di Fede) è una costante. Ha giocato in bianconero 33 gare su 38, ma solo 25 volte ha iniziato dal primo minuto, in altre 8 occasioni ha cominciato in panchina, solo in 9 occasioni èp rimasto in campo fino alla fine. E’ un giocatore che “strappa”, il suo dispendio di energia è altissimo proprio per le sue caratteris­tiche. Da qui le riflession­i spallettia­ne.

In azzurro aveva ritrovato il sorriso Estate piena di voci di mercato

SORRISO. Eppure Chiesa proprio in Nazionale aveva ritrovato il sorriso, se ne erano accorti tutti, dal presidente Gravina - che vive a stretto contatto con il gruppo squadra - allo staff tecnico. Quel tocco di azzurro che rischiara l’orizzonte e lo apre verso nuovi confini. Un giocatore ritrovato nello spirito, nei piani del commissari­o tecnico l’uomo al quale affidare le speranze azzurre. Idea che è solo mutuata nella forma, non nella sostanza: oggi nell’ultimo allenament­o prima della partenza per Lipsia deciderà. Dall’inizio o in corso, bisogna avere Fede.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy