Calzona insiste: silenzio e lavoro
Francesco Calzona ha deciso di dribblare la fatica, i percorsi obbligati in città per il Giro d’Italia, la festa della mamma e tutto quanto non facesse rima con la parola: allenamento. Silenzio stampa e lavoro: il Napoli ha perso anche con il Bologna, è uscito dal Maradona a testa bassissima e con le bocca cucita per volere del tecnico, e poi ieri mattina si è ritrovato al centro sportivo di Castel Volturno per la prima seduta verso la Fiorentina. L’ultima chance per inseguire quel che resta dell’Europa, uno scontro diretto per la Conference: incredibile ma vero, alla luce di quello che è accaduto nel recente ma ormai remoto passato. L’allenatore, sabato, è parso un uomo solo in panchina: il Napoli non è più squadra, la confusione regna sovrana, sono saltati gli schemi, i riferimenti e il sistema. Però Calzona vuole onorare comunque l’impegno a modo suo, fino alla fine: allenamento martedì dopo Udine e anche ieri. Verso l’anticipo di venerdì, venerdì 17 maggio: al Franchi non sono ammessi gli scaramantici.
HEY, ZIELO. Da un punto di vista della seduta, l’unica notizia è che Zielinski, fermo già prima della Roma per una lesione al polpaccio sinistro, ha svolto lavoro personalizzato in campo. Sarà valutato giorno dopo giorno fino alla trasferta di Firenze. E si vedrà: al massimo rientrerà per l’ultima con il Lecce, così da congedarsi a dovere dal popolo che ha deliziato per otto anni. Per il momento, comunque, è impossibile valutare una formazione: chi ha giocato contro il Bologna si è limitato a una classica seduta di scarico, e gli altri della rosa, meno impiegati o magari per niente, hanno svolto attivazione, lavoro di potenza aerobica e partitina finale. Consapevoli che però sarà difficile trovare spazio contro la Fiorentina.
MORALE BASSO. L’umore del gruppo è basso, la situazione è quella che è del resto, eppure davanti ci sarebbe l’ultimo step per salvare quantomeno l’orgoglio dopo aver perso lo scudetto troppo presto e senza lottare. Qualcosa, però, non funziona omai da un po’: l’era Calzona, il terzo allenatore chiamato al capezzale di una squadra sofferente sin da settembre, era cominciata piuttosto bene ma via via è sfumata verso gradazioni più grigie di colore. L’azzurro è solo del cielo, ormai. Al massimo del mare. E l’ultima vittoria è datata 7 aprile, a Monza, una vita. Cinque partite fa. Scricchiola tutto, da queste parti, compresi i numeri.
Ieri niente riposo Il tecnico ha scelto il silenzio stampa e gli allenamenti