«Ora voglio i mandanti»
Indagato (o autoindagato) dalla Procura di Roma per autoriciclaggio, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina - dopo l’interrogatorio da lui stesso sollecitato e nel quale c’è stata la formale iscrizione nel registro degli indagati - va all’attacco: «Mi sono dovuto far indagare per potermi difendere contro il secondo dossieraggio, che sono le falsità di qualcuno che si diverte con veline anonime. E immagino che la fonte sia sempre la stessa. Ho esibito documenti ufficiali con data certa, tutto ha avuto risposte e riscontro. Ho chiesto l’accertamento della verità. Se ci sono responsabilità voglio capire oltre chi ha predisposto il dossieraggio anche i nomi dei mandanti. Mi sono presentato non per difendermi da magistrati che non mi hanno mai rivolto accuse». Essere attaccato a livello personale, della credibilità, «mette in difficoltà il sistema che qualcuno cerca di minare. Ma questa vicenda mi renderà più forte. In tutta l’attività di dossieraggio che sta emergendo sono e sono stato la parte lesa. Perché quando si fa attività dossieraggio ci sono contenuti falsi». Gravina ha poi messo a disposizione dei magistrati una memoria, una serie di atti tra cui bonifici bancari e la documentazione per spiegare l’acquisto di un’abitazione a Milano. “Acquistata con soldi non suoi: è completamente falso» dice uno dei suoi legali, l’avvocato Fabio Viglione
CANTONA. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone in commissione parlamentare antimafia ha detto che «ci sono stati una serie di contatti con soggetti della Lazio, Abbiamo ascoltato a Perugia Claudio Lotito come persona informata sui fatti, poi abbiamo ritenuto di trasmettere gli atti alla procura di Roma». Lotito dal canto suo ha chiosato:«Io contro Gravina? Io non sono contro nessuno, io faccio le cose che devo fare».
Gravina: «Nessuna accusa mossa contro di me, ho chiarito tutto»