IL VANGELO SECONDO MOTTA
Dentro il calcio del tecnico rivelazione: tutti crescono migliorano e si valorizzano Prima la meritocrazia, niente «io» esiste soltanto il «noi». Giocatori interscambiabili pronti a far male
Un viaggio nel Thiago-Lab, là dove è nato e si è formato giorno dopo giorno, settimana dopo settimana questo Bologna che vola. E che non è né un miracolo né una bella favola e neanche un sogno ma una realtà figlia di un grande lavoro cominciato un anno e mezzo fa. Dagli investimenti di Joey Saputo alle strategie economiche pianificate da Claudio Fenucci, dalla scelta dei calciatori fatta da Giovanni Sartori e Marco Di Vaio alla infinita capacità dello stesso Thiago Motta di consentire a tutti i suoi uomini di crescere e migliorarsi. In pratica il discorso è questo: tu dai a Thiago calciatori che hanno dentro di loro potenzialità importanti ma ancora inespresse e puoi stare sicuro che questo allenatore giovane ma che ha alle spalle uno straordinario percorso da calciatore non solo le tirerà fuori nel giro di qualche mese ma saprà anche fabbricarli per quello che è il suo credo calcistico, molto innovativo e anche bello. Ma attenzione, non dal punto di vista estetico. Stiamo parlando di principi che riguardano la meritocrazia, perché per il bene della squadra non ci sono per Thiago figli e figliastri, tecnici e tattici e infine quelli legati al gruppo e allo spogliatoio. Nel senso che l’Io non esiste in questo Bologna, c’è il Noi e basta al potere, chi non gioca fa il tifo ed è felice per chi gioca, e sapete perché? Tutti hanno messo davanti con i fatti e non a parole quello che è l’obiettivo finale e non il fatto di poter giocare dal primo minuto, entrare a giochi avviati o addirittura vivere l’intera partita dalla panchina. L’ultimo esempio? Orsolini. Che sostituito alla fine del primo tempo contro l’Atalanta davanti al cittì azzurro Luciano Spalletti, poche ore più tardi ha fatto festa come se fosse un capo-popolo con i tifosi rossoblù a Casteldebole.
GIOCA CHI SE LO MERITA.
Marko Arnautovic che sabato tornerà a Bologna vestito con la maglia dell’Inter eccome se lo sa, ma la «regola» di Thiago l’hanno subìta anche Ferguson quando non era ancora... il vero Ferguson, Orsolini, Zirkzee e in questa annata Fabbian, Karlsson, Calafiori nelle settimane in cui albergavano nel laboratorio del tecnico, e questi nomi sono solo alcuni, perché più o meno tutti hanno dovuto convivere e qualcuno sta ancora convivendo tra silenzi e digiuni. Perché Thiago non fa sconti a nessuno, in campo va chi si guadagna il posto nel corso della settimana con il lavoro. E a parità di comportamento alla fine chi viene scelto? Chi ha fatto una corsa o una rincorsa in più, chi ha curato un dettaglio meglio di un altro, perché quello che ci ha detto Orsolini la settimana passata è la chiave di lettura di come arrivano le decisioni di Thiago per quanto riguarda la formazione, «non gli scappa mai niente, anche quando sembra che non ti guardi stai tranquillo che con la coda dell’occhio vede cosa fai, e se fai una cosa che non gli piace ecco che rischi di restare a guardare».
UN SERPENTE PERICOLOSO NELLEUSCITE.
Nel Bologna tutti i calciatori devono sapere fare tutto, Thiago lavora da tempo sui suoi calciatori per renderli più interscambiabili possibile, non volendo dare punti di riferimento e volendo avere la maggioranza numerica via via in certe zone del campo. Poi arriviamo a ciò che ha dichiarato sabato sera Gian Piero Gasperini sul conto del Bologna. «Nelle uscite è un serpente pericoloso che ti attira con tan
Lavoro intenso e cura dei dettagli Chi tralascia resta a guardare
Palleggio basso o alto sempre di qualità in attesa dell’imbucata
ti uomini con il suo palleggio basso e poi trova sempre la via per farti male». Ha ragione il Gasp. Perché quando il Bologna lo vai ad aggredire alto, non ha paura a palleggiare e lo fa fino a quando non trova un buco entro il quale uscire. Cosa accade se di contro lo aspetti? Ti porta in giro per il campo fino al momento in cui non vede lo spazio per l’imbucata, non dimenticando che ha uomini anche con tanta qualità e sanno entrare senza palla.