HAMILTON PARLA GIÀ DA FERRARISTA
Il fuoriclasse della Mercedes salirà sul Cavallino solo dal 2025, ma ieri non è riuscito a contenere l’entusiasmo all’idea di poter tornare a far coppia con Vasseur «Proverò subito a imparare un po’ di lingua italiana Da ragazzino ai videogiochi immaginav
«Mettiamodaparte la questione Hamilton e concentriamoci sul 2024» esorta il tenero Vasseur. Ma è stato lui a tirare la prima palla di neve e adesso la valanga non si può più frenare. Inesorabili le leggi della fisica. Sarà dunque impossibile continuare a vedere un simbolo Mercedes in Lewis che, anzi, andrà osservato attraverso un prisma rosso.
E chi è coinvolto più o meno direttamente nel gioco - Leclerc, Sainz, Russell, Wolff, altri a effetto domino - non se ne abbia a male, visto che è stato proprio Hamilton a parlare già ieri da ferrarista in pectore.
SCHUMACHER. Il campione è stato ascoltato a fine lavoro: aveva dunque davanti a sé sei giorni d’attesa per l’ultimo Mondiale con la Mercedes; il dodicesimo col team della Stella ma, attenzione, addirittura il diciottesimo - l’intera sua carriera - con il motore Mercedes.
Eppure sembrava guardare solo alla Ferrari, che dice essere stata il suo sogno d’infanzia (ma non era la Mercedes?) e questo fin dai tempi in cui correva il suo idolo di sempre Michael Schumacher (ma non era Ayrton Senna? Vabbè, non stiamo lì a sottilizzare).
NUOVOCAPITOLO. Nelle sue parole solo la Ferrari e il colore rosso, al punto da fare immaginare che questo campionato in procinto di partire sarà, per lui, un conto alla rovescia lungo e fastidioso come un prurito.
«È stata la decisione più difficile che io abbia mai preso - così ha definito la sua scelta di saltare dalla Freccia d’argento al Pianeta rosso -. Quando la scorsa estate firmai il prolungamento, vedevo solo la Mercedes nel mio futuro. Poi con il nuovo anno si è presentata un’opportunità e ho deciso di coglierla. Era arrivato il momento di passare a un nuovo capitolo, perché qui sto scrivendo la mia storia». Non c’è di mezzo un paroliere: è tutta farina del suo sacco.
MAGIA ROSSA. Ha proseguito, ispirato come un innamorato, descrivendo come l’attrazione di ogni pilota per la Ferrari sia ineludibile e irresistibile: «Ognuno di noi piloti che è cresciuto guardando Michael Schumacher nel periodo del suo massimo splendore, si sarà seduto nel proprio garage e avrà guardato all’uomo dentro la Ferrari e si sarà chiesto cosa si proverebbe a essere circondati da quel rosso. Al Gran
Premio d’Italia vedi il mare di tifosi della Ferrari e non puoi non rimanere a bocca aperta. La squadra non ha avuto grandi successi di recente, dal 2007, e questo mi ha fatto guardare alla possibilità di salirci come a una grande sfida. Da ragazzino ai videogiochi mi sentivo nei panni di Michael su quella macchina, quindi era sicuramente un sogno e oggi sono davvero, ma davvero entusiasta».
FATTORE VASSEUR. L’elemento decisivo per far scattare in lui la decisione è stato, a quanto pare, Fred Vasseur. «Credo che senza di lui tutto questo non sarebbe successo, quindi gli sono grato e sono entusiasta del lavoro che sta svolgendo. Quando fu ingaggiato dalla Ferrari fui felicissimo per lui, credo che poi per me i pianeti si siano allineati».
Il riferimento è a tutti quei fattori che hanno consentito il suo accordo con Maranello e dunque Vasseur, la scadenza a fine 2024 del contratto di Carlos Sainz, la possibilità di uscire entro fine gennaio dall’accordo con Mercedes firmato l’estate scorsa (valido fino a tutto il 2025).
Ha anche ricordato i suoi trascorsi con Vasseur come capo: «Le basi del nostro rapporto sono partite dai trascorsi in Formula 3 e GP2 (oggi Formula 2, ndr). Pensavo che prima o poi sarebbe passato in Formula 1, ma all’epoca non mi sembrava interessato. In questi lunghi anni siamo sempre rimasti in contatto».
«La scorsa estate vedevo soltanto la Mercedes nel mio futuro. Poi però...»
ITALIANO. Hamilton ha anche osservato: «Proverò a imparare un po’ d’italiano, spero mi torni in mente quel poco che sapevo quando correvo con i kart in Italia». E questa potrebbe essere una bella sfida con Vasseur. C’è anche stata qualche doverosa parola d’amore per la Mercedes, però quella non fa notizia.