Corriere dello Sport

Nell’Aia c’è un pollaio

- Di Ivan Zazzaroni

Se lasci che i lupi facciano la guardia al pollaio, ci saranno sicurament­e cene a base di pollo, promette James St. James. In questo caso la figura del pollo la sta rimediando il designator­e Gianluca Rocchi. Anche i lupi sono facilmente identifica­bili.

Per questo mi auguro che le Iene portino ancora bene. E per portare veramente bene il servizio trasmesso martedì sera su Italia 1 - le accuse dell’Incappucci­ato - dovrebbe indurre federazion­e e Lega a cambiare atteggiame­nto, sostenendo disinteres­satamente (...) il settore arbitrale e garantendo­gli un’autonomia sostanzial­e e non solo di facciata.

In che modo? Ne conosco uno ed è il più efficace: con uomini in grado di trasmetter­e all’esterno il senso di unità e condivisio­ne dei temi che da anni l’Aia non esprime più. E quindi dirigenti con capacità politiche e non solo tecniche. La figura del designator­e, che è prettament­e tecnica, non può finire sempre al centro di faide, di battaglie per il potere: chi prepara gli arbitri, dà loro le indicazion­i e si occupa delle scelte dovrebbe poter reagire solo agli attacchi esterni.

Gianluca Rocchi è, lo ripeto da tempo, il meno responsabi­le della disgraziat­issima situazione che si è venuta a creare, anche se qualche colpa ce l’ha. Inoltre è persona perbene. Ma non basta essere competenti e perbene per navigare nelle acque agitate del nostro calcio e gestire una serie impression­ante di sollecitaz­ioni e pressioni.

Quest’anno le cose stanno andando particolar­mente male, pertanto non sono d’accordo col presidente Pacifici quando afferma che il bilancio stagionale - intendiamo­ci, provvisori­o - è positivo. Ma capisco che non possa dire il contrario. Da agosto a oggi abbiamo assistito a decine di errori di interpreta­zione dei falli e di gestione della partita, per non parlare dei continui aggiustame­nti del protocollo che generano una confusione intollerab­ile. Siamo tornati al trionfo della discrezion­alità, della soggettivi­tà a pene di segugio, che alimenta polemiche il più delle volte motivate.

L’Aia attuale andrebbe perciò ridisegnat­a partendo dall’individuaz­ione di soggetti in grado di coesistere e pensarla allo stesso modo, almeno sulle cose importanti.

In fondo, strappando­mi queste parole dal cuore non per banale, se non volgare polemica - vorrei che tutti gli accenti profondi e commossi esternati in ricordo di Gigi Riva e del calcio che fu suggerisse­ro meditazion­e nel mondo dei direttori di gara. Questi, tradiziona­lmente titolari del ruolo più delicato, dovrebbero recuperare non solo la coscienza dei giudici, ma anche la relativa immagine di compostezz­a e autorevole­zza. L’inevitabil­e compromess­o con i modi e le mode del Business Time non devono riguardare gli arbitri anche se le loro giacchette non sono più nere ma multicolor­i. L’unica frivolezza consentita nel nome della television­e.

 ?? AIA-FIGC ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA ?? Gianluca Rocchi, 50 anni, designator­e arbitrale da luglio 2021
AIA-FIGC ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA Gianluca Rocchi, 50 anni, designator­e arbitrale da luglio 2021

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy