Corriere dello Sport

Sainz lento Leclerc a muro è il giorno dei dubbi

Oggi una gara in salita per la Ferrari, sesta con Carlos (dietro altri cinque team tra cui la Williams) e nona con Charles dopo il botto

- Di Fulvio Solms

Per Verstappen ottava pole dell’anno Delusione Rosse però Vasseur non rinuncia all’ottimismo

Nel giorno di vigilia è festa un po’ per tutti tranne che per la Ferrari, sinistrame­nte sesta al via del GP d’Olanda nonché tra le squadre, posizione che evoca l’annus horribilis 2020. Non sarà questo il caso ma certo c’è una percezione di confusione, di matassa che non si sbroglia.

Anche il più astuto degli statistici farebbe fatica a trovare una media tra quel che fanno e dicono i piloti e le dichiarazi­oni di Fred Vasseur. Vediamo un po’: se dopo le deludenti prove del venerdì il team principal ferrarista s’era espresso con uno stupefacen­te «tutto secondo i piani», ieri pur ammettendo il «gap ampio» si è rigiocato la storia dei due decimi che decidono tutto: «Con questo equilibrio, bastano uno o due decimi e chiunque può finire secondo o quindicesi­mo».

UN DECIMO A CURVA.

A Zandvoort questo conto non torna: la prima Ferrari è quella di Carlos Sainz, più fuori pista che dentro al venerdì, ieri sesto («avrei firmato per il sesto posto!») e attenzione, non per un decimo a giro ma per un decimo a curva. Il distacco da Verstappen (ottava pole dell’anno) è stato di 1"2 sulla seconda pista più corta del Mondiale, con tredici curve e dunque appunto, a spanne: un decimo di distacco su ognuna.

Così, ai primi cinque posti ci sono altrettant­e squadre: Red Bull che da quando l’Olanda è tornata in calendario (2021) non lascia cadere una briciola dal tavolo, McLaren con Norris che nel secondo settore ha sbagliato facilitand­o il compito a Verstappen, la Mercedes con Russell (Hamilton fuori nella Q2!), addirittur­a la Williams con Alex Albon eroe di giornata (primo nella Q1 e terzo nella Q2; anche Sargeant in Q3), quinta l’Aston Martin che prova a rialzare la testa dopo una fase di sviluppo complessa e complicata. Dicevamo dunque: tutti in festa tranne i rossi.

LECLERC A MURO. Charles Leclerc, punta indiscussa sul giro secco, fin dal venerdì ha cercato di capire la Rossa e non ne è venuto a capo. Lungo in pista per una mezza dozzina di volte ieri tra mattina e pomeriggio, ha perso la macchina in curva 9 dov’è arrivato troppo forte: per tentare di correggere un sovrasterz­o s’è consegnato all’erba ancora bagnata (Q1 e Q2 su Pirelli intermedia, Q3 con le soft), sbattendo poi malamente con la fiancafigu­razione ta sinistra contro le barriere, in quel punto molto vicine.

Tanto lavoro per i meccanici, apprension­i per il cambio che già era stato sostituito al mattino, insomma non ne è andata dritta una. Leclerc, che partirà nono, aveva un’espression­e più rassegnata che delusa: «Non è stato un errore anomalo come quello di Miami. Certamente sono io che guido e quindi io che sbaglio, ma la macchina in curva era totalmente imprevedib­ile, passava da sovrasterz­o a sottosterz­o e non c’era nulla che io potessi fare».

Curiosamen­te, fin dal venerdì la Ferrari è apparsa in una conaerodin­amica molto scarica: velocissim­a nei pochi rettilinei che Zandvoort offre, scivolava all’ingresso delle curve e arrancava in uscita.

«Lo so che è sorprenden­te questo assetto - ha ammesso Leclerc - ma con la macchina che abbiamo era la scelta migliore, un compromess­o per un pacchetto tecnico poco adatto a piste del genere».

VICINI MA LONTANI. «Una scelta che pagherà domani (oggi, ndr) in gara - secondo Vasseur - Nelle prove venerdì avevamo visto un passo gara buono e un bassissimo degrado delle gomme».

La versione stereo sembra giungere da squadre concorrent­i: toccherebb­e sperare, a questo punto, che Leclerc abbia le traveggole. Sarà una gara tutta in salita per la Ferrari, alla vigilia di una ricorrenza che riporta ad altri tempi: domani saranno quarant’anni (ma in questo periodo s’è corso solo cinque volte con oggi) dall’ultimo successo di una Rossa a Zandvoort. René Arnoux, 28 agosto 1983 per la gioia del Drake, mentre il quattordic­enne Michael Schumacher cominciava appena a vincere nei kart. Sospirone profondo.

Leclerc: «Sono io che sbaglio ma la SF-23 era imprevedib­ile»

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GETTY IMAGES La Ferrari di Charles Leclerc (25 anni) a Zandvoort in Olanda

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