Corriere dello Sport

VIOLA L’EUROPA È GIÀ IN SALITA

Al ritorno servirà una Fiorentina con le idee più chiare e più lucida Un netto passo indietro rispetto al debutto in campionato: il Rapid vince con un rigore di Grull. Beltran e Infantino sfiorano il pareggio

- Di Alberto Polverosi

Fra una settimana la Fiorentina dovrà avere le idee più chiare, le gambe più veloci, la testa più lucida. E lo stadio pieno. Solo così potrà ribaltare la sconfitta di Vienna, maturata in 45 minuti senza una sola vera azione pericolosa. Meglio nella ripresa, e da lì dovrà riprendere la corsa dei viola verso la qualificaz­ione in Conference League. Meglio ma soltanto quanto è bastato per creare una sola palla-gol. Poco, se si pensa alla differenza di spessore fra le due formazioni, una che l’anno scorso ai playoff di Conference era stato eliminata dal

Vaduz (Liechtenst­ein), l’altra che era arrivata in finale.

IN MEMORIA DI CARLETTO.

Come diceva Mazzone, “la tecnica è il pane dei ricchi e la tattica il pane dei poveri”. Così, con la tattica, un’organizzaz­ione impeccabil­e, e anche con una condizione atletica nettamente superiore, il Rapid Vienna ha complicato fin dall’inizio la partita della Fiorentina. Di sicuro Barisic aveva visto la gara di Marassi e ha fatto l’esatto contrario del Genoa, gli ettari di campo concessi dai rossoblù sono spariti, e sottratto lo spazio ad Arthur e compagni la partita è subito diventata viennese. Proprio il brasiliano, marcato da vicino da Heidl, nel primo tempo ha toccato sì e no la metà dei palloni giocati sabato al debutto e la manovra dei viola ne ha risentito. Bloccato Nzola (mai entrato in partita), spinto in angoli angusti Bonaventur­a, in quel difficile primo tempo a Italiano non restavano che le giocate di Gonzalez per creare qualche insidia nella metà campo degli austriaci. L’unica parata di Hedl è arrivata proprio con un colpo di testa di Nico su angolo di Biraghi. Che invece, a palla in movimento, ha sbagliato due cross preziosi. Altri errori nel rinvio dell’azione anche da parte di Terraccian­o.

VANTAGGIO RAPID.

Se si pensa alla produzione offensiva di Marassi, ieri il passo indietro è stato doppio, forse triplo per la Fiorentina. Ma anche il modo in cui era sistemata la squadra non convinceva. Sul suo fianco sinistro attaccava Shick con insistenza e velocità e questo metteva in difficoltà l’intero settore viola. Il gol degli austriaci ha piegato la partita poco dopo la mezz’ora: su angolo, Mandragora ha perso di nuovo la marcatura di Hoffman, l’ha trattenuto per la maglia sotto gli occhi dell’arbitro che ha fischiato il rigore. Grull ha battuto Terraccian­o.

LA CRESCITA.

La Fiorentina doveva svegliarsi e nell’intervallo qualcosa avrà detto Ita

liano ai suoi perché nel secondo tempo la faccia della squadra era diversa. I viola hanno preso possesso della metà campo degli austriaci che ora erano intenti a non scoprirsi, ben soddisfatt­i del gol di vantaggio. E’ entrato sulla scena Arthur, anche perché la marcatura si è allentata, ma la parte finale dell’azione restava comunque incerta e poco incisiva. Hanno sbagliato molto Biraghi e Dodo, si è spento Gonzalez, non si è quasi mai acceso Bonaventur­a, solo Sottil (entrato al posto di Brekalo) ha cercato di ravvivare l’attacco.

LA COPPIA ARGENTINA.

I viola sono arrivati spesso alle soglie dell’occasione vera, ma l’ultimo passaggio si trasformav­a quasi sempre in errore. Italiano, che aveva scelto di fare un solo cambio rispetto a Genova (Dodo al posto dell’acciaccato Kayode), ha puntato nel finale sulla coppia argentina. Prima dentro Infantino al posto di Bonaventur­a, poi Beltran per Nzola. E i due hanno creato e sciupato l’unica vera palla-gol della serata viola: primo tentativo di Beltran ribattuto da Hedl, poi assist dello stesso Beltran per Infantino che da due passi si è di nuovo fatto respingere la conclusion­e dal portiere viennese. Fra sette giorni deve tornare la cattiveria di Genova.

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 ?? ?? Il calcio di rigore che ha deciso la sfida di ieri a Vienna
Il calcio di rigore che ha deciso la sfida di ieri a Vienna

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