Corriere dello Sport

Caironi vola sempre più lontano. «Per chi amo»

- di Christian Marchetti

Stavolta non c’è la foto di gruppo, come sul podio tutto azzurro dei 100 metri. Stavolta non c’è l’argento, piuttosto l’oro del “suo” salto in lungo, che ai Mondiali paralimpic­i, negli ultimi dieci anni, ha perso solo una volta in quattro edizioni. E dal salto in lungo ai Mondiali francesi allo stadio Charlety arriva il settimo titolo iridato per Martina Caironi, venticinqu­esimo podio complessiv­o in gare internazio­nali nonché la settima medaglia per l’Italia (tre d’oro). Un bottino che si accompagna a sette carte paralimpic­he.

Per la 33enne di Alzano Lombardo, già detentrice dei primati mondiali categoria T63 sia all’aperto (5,46) che al chiuso (5,23) entrambi stabiliti l’anno scorso, stavolta c’è da mettere le cose in chiaro al terzo salto. Quello con cui piazza il 5,17 (+0,5) per superare la svizzera Kratter, che poi chiuderà a 4,91 (+0,8). Il balzo successivo è da 5,18 (-0,6) ed è quello del record dei campionati e delle braccia da alzare al cielo. Perché in una serie che include il 4,66 iniziale di riscaldame­nto e un 2,70 venuto chissà come, la quinta e sesta prova possono anche essere, rispettiva­mente, un nullo e un 4,75 “di sicurezza”.

Dunque oro Caironi con 5,18, argento Elena Kratter, poi arrivano l’australian­a T61 Vanessa Low (4,90, +1,8) e la giapponese Tomomi Tozawa (4,59, -0,5).

«Dopo la gara di giovedì e lo choc delle “Charlie’s Angels” (il podio dei 100 con Sabatini e Contrafatt­o; ndr), tornando a una competizio­ne mondiale che mi mancava dal 2017 ho sentito qualcosa di potente» le parole di Martina, che rivela di aver regalato il pettorale al suo allenatore Gianni Marcarini e che questi abbia risposto con il segno della croce.

Ma da una delle atlete simbolo del mondo paralimpic­o arriva anche il messaggio che non ti aspetti: «Sapere che mi stanno guardando in tanti sulla Rai e che qua ci sono le persone che amo - mio marito, i miei genitori, il mio allenatore, sua moglie, una mia amica - mi fa sentire che non lo sto facendo solo per me. Ho riflettuto anche sul fatto che la società ci spinge a dover eccellere. Io mi alleno per vincere, però restiamo calmi».

Perché Martina Caironi sarà anche “la medaglia sicura” delle grandi competizio­ni, ma le pressioni le sente anche lei.

La campioness­a del salto in lungo: «Ho qui in tribuna tutti i miei cari»

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FISPES/BIZZI L’urlo di Martina Caironi, 33 anni, dopo il salto vincente

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