Diaz record ma non sarà ai Mondiali
17,75 nel triplo per il cubano con passaporto italiano. Non ha però ottenuto il nulla-osta da L’Avana
Prima gara da italiano in Italia, primo salto, primo bagno di folla con un pubblico fantastico che sembra composto esclusivamente da amici d’infanzia. E boom: record italiano, mentre il suo allenatore Fabrizio Donato lo osserva tra il divertito e l’emozionato. Andy Diaz aveva chiesto di aspettare il 23° anniversario del suo record italiano datato 7 giugno 2000 per batterlo. Ma Andy Diaz - Andy Diaz Hernandez il nome per esteso, nato il giorno di Natale del ‘95 a L’Avana - lo ha invece “tradito” di cinque giorni.
Ha tolto il primato tricolore al suo allenatore Donato
AMICI. Un tempo avversari, ora camminano felici e con lo sguardo complice. Fabrizio con la maglietta delle “sue” Fiamme Gialle, Andy con quella della Libertas Livorno e avvolto in un tricolore. «Davvero non potevo chiedere di più a questa mia prima gara “in casa” da italiano. La prima volta con questa bandiera che rappresenta tanto per me e mi rende felice di sfoggiarla», dice Diaz, che continua ad alternare i corsi d’italiano agli allenamenti. «Cosa voglio fare adesso? Ovviamente di più, ma piano, senza esagerare, lavorando intorno a queste misure o sul 17,70». Per ora, vince al “pronti, via” e su una pista ancora umida una gara in cui Zango, stagionale da 17,81, è secondo in 17,68.
«Tutto vero: gli avevo chiesto di aspettare per il record aggiunge Donato - ma a conti fatti sono contento di averglielo lasciato, visto che resta in casa. Ormai vive sulle sue gambe, ma risulta ancora residente da noi». «A me è dispiaciuto battere il suo primato, ma se dice che resta in casa sono contento. Come sono contento di aver trovato le persone giuste qui in Italia».
VITA.
«Ci vorrebbero giorni per raccontare questa vittoria che è più umana che sportiva. Ringrazio mia moglie, che mi ha permesso di aprirgli le porte di casa nostra e coloro i quali hanno reso possibile tutto questo. Qui si va oltre i valori dello sport, è in ballo la vita».
Le tappe: nel luglio del 2021 l’arrivo in Italia, lasciando la nazionale cubana che prepara le
Olimpiadi; chiede allora aiuto a Donato ed è una storia di rinascita, arrivando a dormire per strada prima di ottenere la cittadinanza. Che arriva il 23 febbraio scorso. A spezzare la favola ci sono altre cose. Tipo che difficilmente potrà rappresentare l’Italia ai prossimi Mondiali di Budapest. L’ok per l’eleggibilità deve infatti arrivare dalla federazione internazionale, World Athletics, con il consenso della federazione cubana. Quella italiana non può fare molto altro. Se non godersi un magnifico atleta.
«Non potevo certo chiedere di più alla mia prima gara “in casa”»