Il sogno di Mignani è appena cominciato
Indirizzata, ma non decisa, dall’espulsione inevitabile di Nagy dopo 12 minuti di gioco e chiusa tra le polemiche per il tocco dell’arbitro Colombo nell’azione che porta al rigore decisivo (è vero, il possesso palla era del Bari ma Maita potrebbe averne tratto vantaggio), la spigolosa contesa dell’Arena ha confermato che questo Bari non ha remore a lottare per la A. Anzi, la caccia al Genoa (tornato da +9 a +6) trova slancio dopo il colpaccio in terra nerazzurra, non proprio scontato. Tutto facile con l’uomo in più per oltre 80’ di gioco? Non esattamente. Perché D’Angelo, riassettata il suo Pisa, colpisce con Torregrossa e si arrende solo al rigore di Antenucci al 90’, dopo essere stato torturato da Morachioli, arma letale della rincorsa barese, non solo sino al pari di Esposito, altro talento ritrovato. È, tuttavia, l’atteggiamento complessivo della compagine pugliese, finalmente ostinata a osare, a fornire la chiave di questo finale di stagione che vedrà in ogni caso il Bari protagonista. Il calendario offrirà una grande opportunità all’ultima giornata quando l’ex doriano Mignani (nella foto) farà visita al Genoa che prima di allora avrà ancora un paio di scogli da superare. Subito la sfida al Sud Tirol di Bisoli nel prossimo turno; poi lo scontro diretto con il Frosinone allo Stirpe, preceduto dalla visita dell’Ascoli di Breda, ancora con qualche speranza da coltivare. Insomma, giochi aperti (non per la Ternana dopo il ko col Venezia) ma con un carico di veleni da evitare. Intanto, i Galletti hanno blindato il 3º posto che è un altro affaccio panoramico sulla A. Ovviamente a prova anch’esso di multiproprietà. Perché il Bari promosso sarebbe comunque oro colato!
PISA (4-3-2-1): Nicolas 7; Calabresi 5,5 (37’st Gargiulo sv) Hermansson 5,5 Caracciolo 5, Barba 5,5; Marin 6 Nagy 4,5 Sibilli 6 (17’ st Esteves sv); Morutan 6,5 (27’ st M. Tramoni 5,5) Moreo 6 (37’ st Masucci sv); Torregrossa 6 (17’ st Mastinu 5,5). A disp.: Livieri, Zuelli, Sussi, Gargiulo, Trdan, Rus, Tramoni L. All.: D’Angelo 6
BARI (4-3-1-2): Caprile 6; Pucino 6,5 Di Cesare 6,5 (14’st Zuzek 6) Vicari 6,5 Mazzotta 5,5 (39’ st Ricci sv); Bellomo 6 (27’ st Botta 6) Maita 6,5 Benedetti 6; Morachioli 7,5; Esposito 6,5 (24’ st Antenucci 6,5) Cheddira 6 (39’ st Ceter sv). A disp.: Frattali, Sarri, Marino, Benali, Molina, Dorvan, Mallamo. All.: Mignani 6,5
ARBITRO: Colombo di Como 5 Guardalinee: Costanzo e Passeri Quarto uomo: Burlando
Var: Mazzoleni. Avar: Longo S. MARCATORI:18’ptTorregrossa(P,rig.), 36’ pt Esposito (B), 45’ st Antenucci (B, rig.).
ESPULSI: 12’ pt Nagy (P) per aver interrotto una chiara occasione da gol. A. Caracciolo (P) per proteste dopo il fischio finale.
TERNANA VENEZIA 1 4
TERNANA (4-2-3-1): Iannarilli 5; Diakité 5 Sorensen 5,5 Bogdan 4 Corrado 5,5 (30' st Martella 6); Agazzi 5 Di Tacchio 4,5 (13' st Proietti 5,5); Partipilo 5 (13' st Donnarumma 5) Falletti 5,5 (21' st Capanni 6) Palumbo 5,5 (1' st Defendi 5,5); Favilli 5. A disp.: Krapikas, Vitali, Ghiringhelli, Martella, Mazzarani, Cassata, Proietti, Paghera, Onesti. All.: Lucarelli 4,5.
VENEZIA (3-5-2): Joronen 6,5; Hristov 7 (38' st Sverko sv) Svoboda 7 Carboni 7; Candela 6,5 (26' st Ciervo 6) Anderson 7 (14' st Busio 6) Tessmann 7 Ellertsson 7 (26' st Tcherychev 6,5) Zampano 6,5; Pohjanpalo 7,5 (38' st Pierini sv) Johnsen 6. A disp.: Bertinato, Neri, Modolo, Milanese, Ceppitelli, Novakovich. All.: Vanoli 7,5. ARBITRO: Perenzoni di Rovereto 6.
Guardalinee: Ceccon e Longo. Quarto uomo: Madonia. Var: Nasca. Avar: Miele. MARCATORI: 21' pt Carboni (V), 32' pt Pohjanpalo (V), 44' pt Ellertson (V), 27' st Tcherychev (V), 34' st Capanni (T). AMMONITI: Di Tacchio (T), Defendi (T), Joronen (V), Hristov (V), Johnsen (V), Bogdan (T).
NOTE: al 6' st Iannarilli respinge un rigore a Pohjanpalo (V). Spettatori 5.804, di cui 1.723 abbonati e 187 ospiti; incasso globale 65.381,39 euro. Angoli: 4-2 per il Venezia. Rec.: pt 1', st 3'.
AMMONITI: Morutan (P), Esposito (B). Sibilli (P), Marin (P), Vicari (B), Masucci (P)
NOTE: Spettatori 9.435 dei quali 4.961 abbonati e 1.203 ospiti per un incasso complessivo di 139.000 euro. Angoli: 10-2 per il Bari. Rec.: pt 1’, st 5’.
Il sogno continua e l’aritmetica concede ancora la speranza di centrare la promozione diretta: con questo spirito il Bari passa all’Arena Garibaldi sfruttando al meglio sia l’opportunità concessagli dal vantaggio di giocare oltre 80’ con l’uomo in più, sia il rigore trasformato da Antenucci sul tramonto della partita. Sinfonia biancorossa gli oltre 1.200 supporter giunti da ogni parte per spingere la squadra di Mignani verso un’impresa.
Nonostante qualche assenza importante i galletti mettono subito in imbarazzo i nerazzurri (a loro volta largamente incompleti), L’avvio è scoppiettante: il Bari si proietta in avanti con un Morachioli incontenibile. Ci vuole un’uscita spericolata di Nicolas per impedire al gioiello barese di siglare il vantaggio. La svolta al 12’ quando una ripartenza dopo un angolo fa volare Cheddira sul quale si oppone con un fallo Nagy: ineccepibile rosso diretto per aver interrotto una chiara occasione da gol. Eppure passa in vantaggio il Pisa: Mazzotta frana su Torregrossa in piena area e dal dischetto il bomber, nazionale venezuelano, non sbaglia. L’uomo in meno è, però, un fardello troppo pesante per il Pisa che lascia campo agli avversari: Morachioli imperversa e da una sua azione scaturisce il cross per il pari di Esposito.
La gioia di Mirco Antenucci festeggiato da Ricci dopo il rigore
Nella ripresa è un assedio alla porta di Nicolas bravissimo a opporsi prima a Cheddira e poi a Pucino, mentre i tentativi di Benedetti e Morachioli finiscono a lato. L’episodio-chiave al 44’: Morachioli
spinge un pallone dentro l’area, Caracciolo tocca con un braccio e col Var Colombo concede il penalty che lancia i galletti e fa urlare i toscani che lamentano un tocco dello stesso arbitro comasco in avvio dell’azione che porta al rigore trasformato da Antenucci. La vittoria, così, tiene il Bari incollato al Genoa (a+6) e alla promozione diretta. Con lo scontro diretto da giocare all’ultima giornata, sognare non è una chimera. Proprio no!