Corriere dello Sport

Fabbri non bene peggio Aureliano 1-0, ok annullare

Raspadori trova il colpo vincente negli ultimi minuti E adesso lo scudetto può materializ­zarsi domenica

- Di Antonio Giordano di Edmondo Pinna edmondo_pinna

Alle 22.37 del 23 aprile del 2023 il Napoli si è ripreso dopo trentatré anni uno scudetto che aveva già vinto e la matematica adesso ha un senso o anche no, e ormai serve un'altra giornata perché la festa dilaghi dopo essere stata allestita. Alle 22.37 il Napoli ha ribadito ciò che per un anno intero ha detto vincendo a Roma, in casa della Lazio e della Roma, a San Siro con il Milan e a Torino, stavolta con la Juventus, nella notte che ha la magìa di una rivoluzion­e secca, che non ammette contraddit­tori: a quell’ora, nelle tenebre di una notte che Napoli ha sognato, Giacomo Raspadori ha sempliceme­nte sottoscrit­to che non c’è mai stato dominio più netto, più limpido, più abbagliant­e.

Manca un attimo, sarà una partita, la prossima, o chissà quante, ma ora che s’è sfilato via pure l’ultimo grammo di prudenza e di scaramanzi­a, Napoli s’è ripresa ciò che il destino le aveva tolto nel 2018, era il 22 aprile quella volta, quando vincendo a Torino pensava di avercela fatta: ha dovuto attendere cinque anni ancora, ma adesso è sempliceme­nte un dettaglio, un velo da strappare definitiva­mente.

Otto mesi così, il Napoli non poteva che celebrarli nella madre di tutte le partite, strappata via con una dimostrazi­one plastica di intelligen­za, dentro un calcio autorevole e anche autoritari­o, ricco di materia grigia: l’ha vinta all’ultimo assalto, dopo aver tenuto la Juventus nella sua metà campo per il secondo tempo, averle fatto paura ripetutame­nte con Osimhen, poi graffiata definitiva­mente sulla giocata Zielinski-Elmas, un palleggio lungo e ostinato per spostare Madame, arrivare a Raspadori, alla sua rasoiata alla giugulare.

Prima, ne sono successe tante, l’ha dominata il Var, capace di non vedere un gancio di Gatti (32' pt) a Kvara, poi di accorgersi (38' st) che il gol dell’impression­ate Di Maria (cinquanta metri palla al piede) era stato ispirato da un fallo netto di Milik su Lobotka, incredibil­mente ignorato da Fabbri; e in mezzo a tutto ciò, un calcio dei tempi moderni non ancora perfetto, la Juve è durata un po’, un tempo, poi si è sciolta, sarà stato per colpa dell’acido lattico di Lisbona o semmai per l’evoluzione del Napoli. Che ha sofferto poco, una respinta di Meret (10') su Cuadrado, una percussion­e di Rabiot (27'), e poi rare illuminazi­oni, perché il Napoli si è preso il campo, ha strappato Lobotka dalla prigionia di Miretti, è andato su Kvara a destra, soprattutt­o su Osimhen che dal 25' al 26' ha fatto impallidir­e Szczesny (fuori di un niente il destro, centrale la capocciata).

Prima, per un po’, Allegri ha cercato di governare il campo e gli spazi, ha pressato alto, ha costretto il Napoli a soffrire, l'ha fatto vacillare (17') sull'irruzione di Chiesa in area strapazzat­a da Di Lorenzo, un istante dopo che Rugani, provvidenz­iale, aveva frenato Osimhen; poi ne ha subito la leggerezza, la padronanza nelle uscite, l’ispirazion­e e anche la freschezza che ha spaccato la serata, l’ha indirizzat­a, nonostante un equilibrio di facciata.

Ma queste sono le minuzie di una notte speciale, perché le dinamiche tattiche restano vuote: Juventus-Napoli è in realtà la sintesi di una stagione intera che Spalletti ha sempre avuto in pugno, sin dalla sosta di novembre, quando già aveva spalancato un abisso tra sé e gli altri, poi nella cavalcata prodigiosa di un 2023 nel quale ha strapazzat­o via chiunque e che anestetizz­a l’amarezza per la notte di Champions. Ma, trentatré anni dopo, la Storia è riscritta: alle 22.37 del 23 aprile o magari sabato, con la Salernitan­a, e domenica, a guardare Inter-Lazio. Quando la felicità diventerà infinita.

L’impresa che chiude il cerchio in casa della Juve (rimasta terza) Sabato Spalletti dovrà superare la Salernitan­a, poi pranzare guardando Inter e Lazio il giorno dopo, l’ultimo del mese

NAPOLI, TRE

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• batte la Salernitan­a (sabato 29) e la Lazio non vince con l’Inter NAPOLI CAMPIONE DOMENICA 30 SE:
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