Risoluzione senza limiti
Tivùsat, perché la larghezza di banda non è più un problema Con la qualità dei Mondiali di calcio in 4k sul satellite, grazie a una costante evoluzione, è iniziata la tv del futuro
Negli ultimi 70 anni è cambiato tutto, più di quanto non sia successo nei 1000 anni precedenti. Ma da quel 3 gennaio 1954, data dell’inizio delle trasmissioni in Italia, la televisione è stata una presenza costante nelle nostre case. Certo, la TV ha dovuto e ha saputo adattarsi ai tempi e soprattutto agli incredibili progressi tecnologici di questi decenni. Dallo slavato bianco e nero alle emozioni delle trasmissioni a colori; dalle manopole rotative, ai tasti a sfioro per arrivare ai telecomandi e addirittura ai comandi vocali; dalla ricezione spesso disturbata delle trasmissioni analogiche alla perfezione delle codifiche digitali; dalle trasmissioni terrestri, spesso influenzate dalla complessa orografia italiana, alla capillarità e alla capacità infinita del satellite; per arrivare ora al contributo rilevante della rete e dello streaming via Internet, anche se ancora troppo condizionato dalla disponibilità a macchia di leopardo delle connessioni in banda ultra larga. Per non parlare della transizione dagli ingombranti tubi catodici (un 36” pesava 60 kg e era profondo 60 cm) agli schermi piatti e ultra-piatti; fino alle dimensioni incredibili dei giorni nostri, dove un TV 85” (quasi due metri di base) si porta a casa anche con meno di 1000 euro.
SEMPRE GIOVANE. Tutti cambiamenti che hanno portato miglioramenti e hanno tenuto la TV sempre giovane, protagonista dello svago e del tempo libero ma che hanno comportato anche la necessità di aggiornare sistemi e competenze. L’ennesimo grande cambio lo stiamo vivendo ora, con il passaggio della stragrande maggioranza dei canali terrestri all’alta definizione (detta appunto HD): la risoluzione standard oramai non è più adeguata alle dimensioni di schermo raggiunte e serve certamente più dettaglio. Il passaggio delle trasmissioni in HD, quattro volte la risoluzione delle trasmissioni tradizionali, è certamente doveroso nel 2022: la differenza di dettaglio e qualità è evidente anche a occhi inesperti e il coinvolgimento dello spettacolo incommensurabile.
RISOLUZIONE. Ma la tecnologia corre e gli schermi sono già andati oltre: praticamente la totalità dei TV a grande schermo venduti oggi sono cosiddetti “4K”. Questo significa che la risoluzione dei pannelli è 4 volte quella della comune alta definizione, ovverosia addirittura 16 volte più dettagliata rispetto alle trasmissioni tradizionali. Ma non basta che il “contenitore” sia 4K, servono anche i contenuti, e qui la cosa si fa un pizzico più complicata: il digitale terrestre non riesce a veicolare canali 4K, a causa della banda limitata. Internet da parte sua è ancora troppo “giovane”: non c’è una piattaforma standard e condivisa ma solo tante app diverse e non compatibili con tutti i TV; la continuità dei servizi è spesso messa in discussione dalla tenuta dei server e delle reti, soprattutto con molti spettatori connessi contemporaneamente; e infine, non tutti i cittadini dispongono di connessioni adeguate a garantire una qualità accettabile, senza “rotelle” che girano e streaming che si interrompono, soprattutto sui più pesanti contenuti 4K. In soccorso arriva il satellite: la piattaforma gratuita nazionale tivùsat, oltre a una sessantina di canali HD, offre già oggi 7 canali in 4K, tra cui Rai 4K che ha trasmesso praticamente tutte le partite dei Mondiali di Qatar 2022; e il meraviglioso NASA TV 4K con le migliori immagini dallo spazio. Per ricevere queste trasmissioni senza problemi di banda e tenuta della connessione, basta una comune parabola e un ricevitore tivùsat, che può essere esterno o, sotto forma di CAM, inserito nell’apposito slot presente su tutti i TV compatibili; non servono abbonamenti e non ci sono canoni.
Ma – l’abbiamo detto – la TV è in costante evoluzione: un esperimento di trasmissione ibrida l’ha fatto proprio RAI 4K durante i Mondiali di calcio che chiudono oggi, diffondendo
le partite in 4K anche in streaming via Internet con accesso sui TV connessi e compatibili (purtroppo solo una quota parte dei TV 4K sul mercato): è bastato andare sul canale 101 su questi TV per passare senza accorgersene dal digitale terrestre a un flusso via Internet in 4K, seppur molto
compresso stante i limiti tecnologici che ancora affliggono le reti e le piattaforme TV: 10 megabit/sec, contro i 21 megabit/sec con cui lo stesso canale RAI 4K viene diffuso via tivùsat, dove la larghezza di banda non è un problema e la qualità neppure.