«Mondiale per club a 32 al via dal 2025»
Infantino allarga il modello di business e guarda al futuro «Sarà ogni quattro anni in quelli dispari. Il Qatar? Un successo straordinario, il migliore di sempre Offerti emozioni e svago a miliardi di tifosi»
Gianni Infantino non molla, anzi raddoppia e triplica, non solo in relazione alle possibilità di mandato concesse dal regolamento Fifa. Ieri a Doha, approvando il bilancio di previsione del prossimo quadriennio, il capo del calcio mondiale ha annunciato la svolta che indirizzerà il modello futuro di business. Un Mondiale per club a 32 squadre, cancellando la formula attuale (4 finaliste, ultimo appuntamento in Marocco dall’1 all’11 febbraio) per transitare verso un vero e proprio torneo allargato con cadenza quadriennale. Prima edizione nel giugno 2025. «Riuniremo i 32 club migliori del mondo ogni quattro stagioni». L’evento cadrà negli anni dispari, evitando la concomitanza con Europeo e Coppa America, i tornei nazionali organizzati da Uefa e Conmebol. Infantino non ha citato la Nations League, ma ha snocciolato i numeri e la possibilità di moltiplicare i ricavi per federazioni e club. I ricavi del Mondiale in Qatar hanno generato 7,5 miliardi di dollari. Un milione in più rispetto a Russia 2018. «Un successo straordinario se pensiamo di aver attraversato anche la pandemia». Gli introiti previsti per il Mondiale 2026 saliranno addirittura a 11 miliardi. «Di cui 10 reinvestiti nel calcio. E la Fifa, rispetto ai criteri solidali che devono seguire le singole federazioni, redistribuisce a tutti nella stessa misura».
VERTICE. Un modo pungente ma efficace per ristabilire le gerarchie rispetto all’Uefa e indicare l’interesse comune, già tutelato dall’Unione Europea, e ora rafforzato dal Mondiale per Club a 32 squadre. Significa seppellire in modo definitivo l’idea della Superlega offrendo l’opportunità ai grandissimi club che spingevano in quella direzione di partecipare a un torneo elitario che oggi non ha più il fascino e l’appeal della vecchia Coppa Intercontinentale. Temi e modalità da approfondire a febbraio. «Abbiamo a cuore la salute dei giocatori» ha spiegato Infantino, ma non sarà semplice snellire i calendari. Gli impegni aumentano, non diminuiscono.
INCLUSIONE. La finale di Lusail chiuderà «il Mondiale migliore di sempre», come lo ha definito il capo della Fifa, subentrato a Blatter nel 2016 e rieletto nel 2019. Il Consiglio ha chiarito che sta per concludersi il suo primo mandato, i primi tre anni non vengono conteggiati. Infantino, a patto di essere confermato nel 2023 e nel 2027, ha la possibilità tecnica di arrivare sino al 2031. Di sicuro in Qatar è stato il torneo più ricco e discusso. La macchina organizzativa ha funzionato benissimo. «Non ci sono stati incidenti, avevamo qualche timore riunendo tutte le squadre a Doha. Ci sono stati 1,7 milioni di visitatori. Tutti sono entrati e usciti dal Qatar e torneranno a casa con dei bei ricordi. Lo stesso vale per il mondo arabo e i locali, che hanno aperto le proprie porte ai turisti. Il Mondiale ha unito e avvicinato i popoli. Agli ottavi erano rappresentati cinque continenti e per la prima volta ha arbitrato Stephenie Frappart, una donna. È stato un grande successo». Così ha respinto le critiche generate dalle morti nei cantieri. «Bisogna essere precisi con i numeri. Ne contiamo 3 più una relative ai nostri stadi. In tutto il Qatar ce ne sono state circa 400-500 dal 2014. Ogni morte è una tragedia per le famiglie e per noi. A gennaio firmeremo un accordo con l’organizzazione mondiale per la tutela dei lavoratori». La fascia arcobaleno vietata ai capitani ha fatto discutere. «Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, ma la Fifa è un’organizzazione di 211 Paesi e per me sono 211 squadre di calcio, non 211 governi o capi di stato. Il calcio unisce. Le regole Fifa riguardano il campo. Credo che stiamo difendendo i valori e i diritti umani. Offriamo un’emozione e un momento di svago a miliardi di tifosi che ci guardano».
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