Corriere dello Sport

Il piccolo principe Alcaraz «Ho pensato al nonno»

«Diceva che servono testa, cuore e caparbietà». Oggi contro Ruud

- Di Ronald Giammò ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Predestina­to è parola da usare con cautela. Sono tanti i giocatori che sono rimasti schiacciat­i sotto il suo peso. Carlos Alcaraz sembra però avere tutti i requisiti necessari per sostenerlo. Di più: è un peso, quelle delle aspettativ­e, che accompagna questo diciottenn­e da cui lui pare trarre linfa e carburante. Non ha mai tradito e, risultati alla mano, costringe gli addetti ai lavori a rimodulare continuame­nte tanto i giudizi che lo accompagna­no quanto la mappa futura di un tennis di cui oggi lo spagnolo appare futuro padrone.

L’ultimo risultato piantato da Alcaraz sulla strada verso la vetta è la finale del Masters100­0 di Miami che, a 18 anni e 333 giorni, fa di lui il quarto più giovane finalista in un Masters 1000 dopo Michael Chang (18 anni e 157 giorni in Canada nel 1990), Rafa Nadal (18 anni e 304 giorni a Miami 2005) e Richard Gasquet (18 anni e 331 giorni ad Amburgo 2005). E se non fosse stato proprio per Nadal, che nel derby spagnolo giocato in semifinale a Indian Wells riacciuffò una partita che sembrava ormai persa, ora saremmo qui a verificare numeri e statistich­e su un Sunshine Double che alla sua età non aveva mai centrato nessuno.

E’ un nome che ricorre spesso, quello di Nadal, nella carriera del giovane nativo di Murcia. Ma se gioco, crescita e carriera per lui sono ancora tutte da definire, una cosa di sicuro lo accomuna al maiorchino: l’esser nato in una famiglia di sportivi (il padre è un ex tennista pro’), l’aver visto coltivati in casa i giusti valori. Il che non è sinonimo di successo, ma aiuta nella maturazion­e e nel comprender­e che se si vuol far coincidere passione e lavoro occorre mettere la dedizione al servizio del talento. L’ingresso a 15 anni nell’Accademia Equelite di Villena diretta dall’ex n.1 del mondo Juan Carlos Ferrero, oggi suo coach, è scelta coerente con il background del ragazzo che ha dimostrato di saper anche guardare alle proprie radici per cercare l’ispirazion­e necessaria per superare i momenti critici vissuti in campo: «Mio nonno - ha dichiarato Alcaraz al termine della semifinale vinta contro Hurkacz - diceva di tenere sempre a mente le tre “C” nei momenti di difficoltà: cabeza (testa), corazòn (cuore) e c…aparbietà». A Casper Ruud il compito di verificare la bontà del consiglio.

Ha battuto Hurkacz Il futuro è suo Medvedev fuori due mesi per un’ernia

MEDVEDEVSA­LTAPARIGI? Una volta archiviato l’Open di Miami il circuito tornerà in Europa ma lo farà privo di Daniil Medvedev. Il n.2 del mondo dai suoi profili social ha fatto sapere di aver giocato negli ultimi mesi con una piccola ernia e che con il suo team ha deciso di operarsi. Dovrà star fermo per circa due mesi: la sua partecipaz­ione al Roland Garros è in dubbio.

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ANSA Lo spagnolo Carlos Alcaraz compirà 19 anni il prossimo 5 maggio

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