Corriere dello Sport

“I’M INTER”? CARI CINESI RIDATECI I NOSTRI SOGNI ITALIANI E NERAZZURRI

Un antico tifoso lancia un grido di dolore per condannare l’affarismo incontroll­ato che ha portato alla crisi economica e alla cessione di Hakimi e Lukaku Dzeko? Era stato rifiutato dieci anni fa…

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Caro Cucci, perché “I’m Inter”? Storia, gloria, passione, campioni, tifosi e due colori… “Questa notte splendida darà i colori al nostro Stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle Stelle, si chiamerà INTERNAZIO­NALE perché noi siamo fratelli del Mondo…”, queste parole diventano una eco incancella­bile nella mente di chi soffre e gioisce per un pallone che rotola. Centotredi­ci anni di vita intensa, indimentic­abile… Noi siamo l’Inter: perché “I’m Inter”? In Italia si parla italiano, si gustano i tortellini, il parmigiano, la pizza, si ammirano Fontana di Trevi, Piazza San Marco, il Duomo di Milano: perché dobbiamo tradurre qualcosa che è “solo” meraviglio­samente “nostro”? L’Inter è “storia” che è diventata “gloria” ad ogni trionfo… Gli Scudetti, le Coppe, il Triplete, come possiamo dimenticar­e chi ci ha riempito il Cuore di “Sogni”? Meazza, Lorenzi, Facchetti, Corso, Mazzola, Ronaldo, Bergomi, Matthaeus, Baggio e Lukaku sono o sono stati protagonis­ti di tutta questa magìa, ecco, anche Lukaku, l’ultimo grande campione che ci ha giurato fedeltà eterna… fino a qualche giorno fa. Noi siamo l’Inter… ma Lukaku non c’è più, è andato al Chelsea per sanare un po’ la voragine di debiti provocata dalla malgestion­e societaria che ha regalato ingaggi principesc­hi a Vidal, Alexis Sanchez, Naing

golan, Perisic e un’altra mezza dozzina di “fenomeni” che non son serviti a niente e che adesso non vuole nessuno neppure gratis… Il calcio è “sogno” non affari, gli affari hanno altri scopi, non lo Scudetto… Il nostro blasone impone di avere i calciatori migliori, di certo NON di cedere i nostri campioni agli avversari, ma Lukaku non c’è più, arriverà Dzeko… ma è lo stesso che l’Inter trattava nel 2010?

Amici (!?) cinesi, non erano queste le vostre promesse, avete cambiato anche il nostro gloriosiss­imo logo, l’avete reso più “commercial­e” ma l’Inter non è un’azienda che produce smartphone. Con questo grido di dolore appoggio con solidariet­à la presa di posizione di un piccolissi­mo Inter Club, a Garlasco: alla notizia della cessione di Lukaku hanno sciolto il club e rimborsato i soci. Sogni, il calcio è questo, coinvolge l’intera umanità… sogni… Ma in Cina esistono i sogni? Mario Filipponi, Inter Club Vecchioni, Stradella gmail.com

Caro Mario, non temere di esagerare. Dici bene, i tifosi dell’Inter hanno diritto di restare nella dimensione di sogno che Angelo Moratti ha trasmesso a Massimo e a tutti voi insieme al rispetto del blasone e la gioia delle vittorie. I cinesi hanno illuso tutti, ma non c’è voluto molto tempo per capire che la storia dell’Inter avrebbe preso un’altra piega. Sogni di affari, e basta. Uno scudetto da mettere sul mercato. Dovrai ammettere che ti avvertii che qualcosa stava cambiando: da quel giorno in cui Conte mi consegnò ai suoi latranti

lecchini fingendo di essere stato offeso dalla lettera di un tifoso. Ti dissi della solidariet­à ricevuta da tifosi nerazzurri di sicura fede uno dei quali mi disse: «Conte si è comportato come quello juventino che è alla faccia dell’Inter. A casa sua una scena così non l’avrebbe mai fatta». Ma i lecchini mediatici sono ancora lì e adesso - poveracci - per rifarsi una verginità confessano che sì, questo giornale aveva ragione quando andava anticipand­o la crisi che ora vi fa disperare. Conte l’aveva capito subito e se n’è andato al volo. Buone vacanze.

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