Corriere dello Sport

«Friedkin? Ora parli alla gente»

Sabatini: «Il silenzio non rispetta la città. Fonseca per me merita la conferma. Pinto? Non è un ds»

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ROMA - Tre caffè uno dopo l’altro alle undici di sera, quasi un’ora di chiacchier­ata, le sigarette diventate elettronic­he. Walter Sabatini ha dispensato decine di perle venerdì sera in tv, ospite di Rete Oro a «Il Tribunale delle Romane». A lui la parola allora, a poche ore dal “suo” Roma-Bologna.

LA SFIDA. «Spero che i nostri giocatori si ricordino dei 5 gol incassati all’andata: le molle dell’orgoglio dovrebbero scattare come quelle di una bambola rotta».

L’ALLENATORE. «Con Mihajlovic c’è un rapporto complice. Non credo che pensi ad andarsene. Se ci fosse un’offerta da un grande club come la Lazio, ci penserebbe. Ma non è detto che la accettereb­be».

I TALENTI. «Orsolini ha avuto una flessione dovuta a un’esposizion­e di cui sono io il responsabi­le. Una giorno dissi che valeva 70 milioni. Da lì, nello spogliatoi­o solo prese in giro. Vignato? Sono scandalizz­ato che l’Under 21 non l’abbia ancora chiamato. In Italia con i giovani manca coraggio: visto l’Ajax? Su Tomiyasu dico: farebbe comodo sia alla Roma che alla Lazio ma non lo vendo».

FONSECA. «Per quello che ho visto Fonseca merita la conferma ma non conosco le diatribe interne. Il caso Dzeko ha creato un collasso nel gruppo. Sarri? Sarebbe l’allenatore giusto per tutte le squadre. Ma lasciate in pace Fonseca che magari vince l’Europa League...».

TIAGO PINTO. «Non lo conoscevo. Ci sta, non è un mio collega, al Benfica faceva altro. Non so se manchi un uomo di campo alla Roma. Evidenteme­nte a Trigoria ritengono che lui possa esserlo: glielo auguro».

I FRIEDKIN. «Il silenzio non mi sembra corretto verso la città. I tifosi della Roma hanno bisogno di un interlocut­ore. Friedkin deve affacciars­i. Parlare a 3 milioni e mezzo di abitanti che ascoltano».

L’ADDIO. «Lasciai la Roma perché c’era una situazione nefasta: Baldini sarebbe stato una risorsa ma nel ruolo di suggeritor­e di Pallotta era una sciagura. Io posso lavorare solo dove il mio pensiero è dominante. Non mi perdono però di non aver vinto nulla alla Roma. Tornare? C’è mio figlio Santiago, ci torno spesso... No, la mia strada è altrove. In pace».

LA LAZIO. «Voglio bene a Lotito, un grande presidente che cerca sempre sfide difficili. Forse dovrebbe cambiare qualcosa sul mercato, non essere statico. Inzaghi? Penso che resti: tiene alla Lazio e al suo presidente deve molto».

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GETTY Walter Sabatini, 65 anni

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