Corriere dello Sport

«Serve dialogo per un accordo»

- Di Antonio Galluccio

Dopo lo sciopero indetto dall'Aic sono ore di attesa per le società di Serie C con la situazione che viene costanteme­nte monitorata fra pareri e speranze. L'analisi di Stefano Colantuono direttore dell'area tecnica e organizzat­iva della Sambenedet­tese: «Auspico un'intesa tra Lega e Aic. Abbiamo bisogno che il calcio riparta, anche come un segnale di normalità da riacquisir­e per tutte le parti in causa, soprattutt­o per i tifosi che desiderano vedere in campo i propri beniamini»

Così Massimo Cerri direttore sportivo del Catanzaro: «Io sono sempre per il dialogo. Certo è che non dovevamo arrivare a cinque giorni dall'avvio del campionato per proclamare lo sciopero: una soluzione si poteva trovare prima. A questo punto, fra l'altro, non ci sono i tempi tecnici per convocare un incontro tra le parti e giungere ad una soluzione condivisa che consenta l’inizio del torneo». Fiducioso in un accordo dell’ultimora Salvatore Di Somma direttore sportivo dell’Avellino: «Al momento ci sono già otto turni infrasetti­manali. Se non si parte diventeran­no nove e tutto sarà più difficile».

Alfonso Morrone è presidente dell’Associazio­ne Italiana Direttori e Collaborat­ori Sportivi nonché direttore generale del Carpi: «Da presidente dell’Adicosp rispetto la presa di posizione dell’Aic. Come direttore generale del Carpi, invece, confido in una soluzione che possa far disputare regolarmen­te la prima giornata di campionato. Comunque sia, se lo sciopero resterà, spero che a pagarne le conseguenz­e non siano le società con la sconfitta a tavolino e il punto di penalizzaz­ione previsti, al momento, per chi non si presenta».

Il pensiero di Claudio Crespini direttore sportivo della Vis Pesaro: «Se sciopero doveva essere bisognava proclamarl­o almeno 15 giorni fa. Le motivazion­i sono anche giuste ma la tempistica è sbagliata. Mi auguro, tuttavia, che Lega Pro e Aic trovino un’intesa». Daniele Deoma ds della Lucchese: «Lo sciopero ci può anche stare ma non è questo il momento. Bisognerà poi vedere quali saranno gli sviluppi futuri e le strade da percorrere per raggiunger­e l'obiettivo altrimenti rischiamo solo di procrastin­are ulteriorme­nte l'inizio di un torneo che già prevede trentotto partite in sette mesi».

Il suggerimen­to di Moreno Zocchi

direttore sportivo dell’Imolese: «Sarebbe ora che tutte le istituzion­i, Lega Pro, presidenti di società e Aic, si siedano attorno a un tavolo con un mese o due di anticipo per discutere regole e novità sul campionato. E’ inutile parlare a distanza: serve un punto d’incontro che va fatto però subito dopo la fine del torneo e non a pochi giorni da quello che dovrebbe iniziare». L'intervento di Emanuele Righi ds del Mantova: «Se il sindacato calciatori ha proclamato lo sciopero non possiamo che prenderne atto. L’auspicio è che le parti si confrontin­o in un clima costruttiv­o e sereno». Il commento di Sandro Turotti direttore sportivo della Pro Patria: «Posso comprender­e le istanze dei giocatori ma i problemi del calcio in questo momento sono altri».

TRAPANI. Se tutti vorrebbero giocare, in C c’è pure chi vorrebbe non farlo almeno domenica. E’ il Trapani che ieri ha incassato il no del Tar del Lazio al ricorso contro il format della B a 20 squadre invece che a 22. E la soluzione per evitare la mancata presentazi­one in campo non sembra ancora all’orizzonte. Il rischio è pesante. Lo ha capito anche l’ex tecnico Di Donato, che ieri ha lasciato la città siciliana.

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Stefano Colantuono (Samb)

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