KOULIBALY AL PSG? SERVONO 70 MILIONI
Il Napoli si è subito premunito per il ruolo di centrale difensivo: Sokratis e Senesi già nel mirino
Pure i silenzi vanno interpretati, in questo calcio che si muove lentamente, perché i soldi costano e la crisi va fronteggiata attraverso riflessioni approfondite: settanta milioni di euro rappresentano una fortuna, costringono ad una lunga meditazione - pare di vederli: respirate! - però quando i granelli che stanno nella clessidra continuano a scivolare con il loro ritmo, la scalata al K2 procede nell’ombra. E’ un mercato insolito, strano, decifrabile: si porta appresso le difficoltà create dal virus, il calcolo sulle possibili perdite, quelli sulle scorte in cassaforte, le esigenze tecniche (inevitabili) e la possibilità di ovviare guardandosi intorno. Il City ha cominciato a farlo, da un po’, standosene sempre sulle sue ed evitando di parlare direttamente con il Napoli: la storia è nota, risale all’estate di due anni fa, quella nella quale Jorginho, dopo aver fatto persino le visite mediche per il Manchester di Guardiola, salì sul primo treno e andò a Londra, al Chelsea. Certe ferite restano e da quel momento non c’è stato dialogo, se non attraverso Fali Ramadani, il manager di Koulibaly che ha tentato di costruire un ponte invisibile ma percorribile: però di buone intenzioni sono lastricate varie strade, tra cui quelle che conducono all’inferno, e il gigante senegalese per il momento è tenuto in un «congelatore», in attesa del last minute.
NESSUNO SCONTO. Il Napoli non ha intenzione di procedere con nessun tipo di sconto, ha dato un valore (già ritoccato verso il basso rispetto al 2019) del suo gioiello e se proprio non dovesse ricevere adeguata soddisfazione, continuerà a coccolarselo: cederlo, ovvio, significherebbe concedere ossigeno al bilancio (perché significherebbe a quel punto anche tagliare dodici milioni lordi dal monte ingaggi), ma «svenderlo» mai.
LA MOSSA DEL PSG. De Laurentiis ha avuto modo di parlare con Leonardo, una decina di giorni fa, e la telefonata è partita per strappare utili informazioni su Fabian Ruiz e poi è stata dirottata su Koulibaly: confermate le cifre, e anche la disponibilità a discuterne, però evitando di trattare. Tra Napoli e Psg c ‘è già stato modo, in passato, di allestire operazioni: Lavezzi nel 2012 e Cavani nel 2013, entrambi con clausola, divennero argomento di una amabile e prolungata chiacchierata, che non sortì però alcuna riduzione sul prezzo, ritenuto quello giusto. I dodici giorni che mancano servono a Paris Saint Germain per scegliere, per orientarsi e anche per definire la propria strategia; e Koulibaly, che un po’ al City ci aveva fatto la bocca, annusa adesso più aria di Parigi che di Manchester. E non sono sensazioni, ma le ipotesi che il mercato lascia scivolare tra pareti poco impermeabili.
STOPPATI. Sarà un caso, ma non lo è, il Napoli ha allestito il proprio piano-B, pur avendo in organico un numero considerevole di centrali: Sokratis Papastathoupoulos dell’Arsenal è stato avvicinato ed invitato ad attendere ancora un po’, come Senesi del Feyenoord, che però presenta qualche difficoltà in più. Koulibaly può partire e però anche rimanere ma la sua cessione - che può essere anche improvvisa - rischierebbe di aprire un buco enorme, in quel settore dove adesso sono in cinque e che invece se ne ritroverebbe soltanto tre, se dovesse anche salutare Luperto. Con Sokratis virtualmente opzionato e con Senesi monitorato da vicino, sparirebbe la paura di dover fronteggiare una eventuale emergenza e di ritrovarsi in difficoltà. Il 5 ottobre non è poi così vicino.
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