«Seduti, per favore...» Sì, è tornato il pubblico
Sole, mascherine, un cellulare di troppo e il “rimprovero” del giudice. Mai così apprezzato
«Seduti, per favore. Grazie». No, grazie a lei, signor Abdel Nour, giudice di sedia egiziano che chiama i punti tra Djokovic e Ruud e rimprovera in spagnolo (stai a far caso al "cabello"?) uno spettatore che parla al cellulare. Grazie poi a quelli che si sono seduti e che in fin dei conti, almeno al Foro Italico, restituiscono un fac-simile della vita come la conosciamo. Ci sono due tifosi con un tricolore adagiato sui seggiolini. Simbolo anche quello e il gran sole lo fa brillare.
INFLESSIBILE. L'indice della mano sinistra ti dice: «T'ho beccato». Quello della mano destra ti ordina: «Metti la mascherina». Qualcuno si difende dicendo che fa un caldo bestia, ma la ragazza dell'organizzazione è giustamente inflessibile. Prima dell'inizio della partita si apprezza l'ordine: un seggiolino occupato ogni 4. Età media degli spettatori piuttosto bassa, visto che sono tanti i giovanissimi delle scuole tennis del Lazio presenti. In impeccabile completo blu navy un ignifugo giornalista televisivo, zero i presenti tra le autorità. «Daje Nole!», urla una voce giovane e l'impressione di normalità si fa ancora più forte. A proposito: il tifo è in gran parte per il serbo, ma non manca qualche affettuoso «Forza Casper!»
INSOLITO. «Questo è fantastico - dice facendo una panoramica del Centrale l'ex azzurro Diego Nargiso - la prima pietra su cui ricostruire. Ed è lo sport a lanciare il messaggio a tutti. Saranno anche in mille, ma così è fatta una partita».
Tra un cambio campo e l'altro, qualcuno cerca il bagno, qualcun altro l'unico bar, ma tra Centrale e Pietrangeli si intravede giusto una famigliola. Una bella signora scende le scale, accaldata sotto il panama. «Vengo da Jesi e questa è la mia prima partita. Trovo tutto molto curato, pulito. Magari un po' di esagerazione per le mascherine, ma meglio troppo che poco», ci dice.
I giovani tennisti li riconosci al volo. Gli chiedi «Da dove vieni?» E loro ti rispondono con il nome del Circolo in cui giocano. «È un'emozione davvero strana vedere il Foro Italico così», dice Andrea, mentre Nicolò si sente «onorato di poter essere uno dei pochi a poter vedere le partite». Beatrice, Livia e Giulia rispondono quasi in coro: «Fa quasi impressione questo posto deserto». «Però, dai - aggiunge Giulia - ha anche il suo fascino». «Senza pubblico questo è un altro sport», chiosa infine Andrea Longo di Fiuggi.
GRUPPO. Djokovic, intanto, vince, s'inchina, sorride e saluta tutti. «Al primo applauso sul Centrale ho visto le facce dei ragazzi dell'organizzazione felici. Hanno lavorato tutti in condizioni difficili e io quell'applauso lo giro a loro», il pensiero del direttore marketing di Sport & Salute Diego Nepi Molineris.
Per facilitare la presenza di pubblico, la macchina si è messa in moto sin da sabato notte. Qualcuno tra gli addetti alle pulizie ha la scritta "Grupppo", con 3 "p", sulla maglietta. Come a dire che il team è fortissimo. Ah, benedetti refusi!