Corriere dello Sport

L’aria del Foro fa sempre bene

- di Massimo Grilli

Pensate com’è la vita: anni e anni a parlare e scrivere della spinta del pubblico, dell’importanza del tifo, a ricordare delle monetine scagliate verso Borg, della lattina di coca cola tra i piedi di Higueras, di quando Seppi fu quasi condotto per mano a battere Wawrinka, e poi che succede?

Pensate com’è la vita: anni e anni a parlare e scrivere della spinta del pubblico, dell’importanza del tifo, a ricordare - come succede tra pensionati - delle monetine scagliate verso Borg, della lattina di coca cola tra i piedi di Higueras, di quando Seppi fu quasi condotto per mano a battere Wawrinka sul Pietrangel­i, e poi che succede? Fanno giocare gli Internazio­nali di Roma a porte chiuse e i tennisti italiani (almeno gli uomini, sulle donne non siamo agli stessi livelli dopo anni di gloria) vincono partite su partite, quasi tutte contro pronostico, e fanno sognare un torneo di Roma finalmente dipinto con i colori italiani. Che l’isolamento sia la nostra arma vincente? Naturalmen­te non è così: in questo anno così particolar­e le vittorie dei nostri giocatori sono sempliceme­nte la conferma dei grandi risultati delle stagioni più recenti (da Cecchinato e Berrettini semifinali­sti negli Slam a Fognini trionfator­e a Montecarlo), il frutto del lavoro svolto dalla Federazion­e Italiana Tennis in collaboraz­ione con i team privati. E poi, evidenteme­nte, l’aria del Foro Italico deve contenere ancora qualche polline di tifo, deve essere rimasto da qualche parte tra i pini il fantasma del tutto esaurito, ospite fisso degli ultimi anni. La verità è che un torneo come gli Internazio­nali senza pubblico è un controsens­o, una autentica cattiveria verso gli appassiona­ti e gli stessi protagonis­ti. Non c’è giocatore che non abbia nostalgia del tifo anche esagerato a cui siamo stati abituati. Matteo Berrettini, il nostro numero 1, ricordava - lui, poi, ragazzo romano - che, certo, la pressione del tifo può essere un fattore di stress, ma comunque della carica che ti arriva dai cori, dai colori, dalle facce della gente, non ne farebbe mai a meno. E Djokovic, ieri, ha scritto sula telecamera dopo la vittoria: «Forza Roma, ti amo! Mi mancate». Sul web gira un romantico hashtag #apriteilfo­roitalico, che chiede un cambio di rotta almeno per le battute conclusive del torneo. Non succederà, consoliamo­ci con i nostri eroi. Certo, però, tutte queste vittorie, ci fosse stato anche il pubblico...

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