Champions a Lisbona con il pubblico
Francoforte si tira indietro, la fase finale si giocherà in Portogallo in due stadi cari a CR7: la prossima settimana l’ufficialità
Manca l’ufficialità che arriverà tra 9 giorni, ma ormai tutto fa pensare che sarà Lisbona a ospitare la fase finale della Champions League. Per Cristiano Ronaldo si tratta di una bella notizia: se la Juventus riuscirà a eliminare il Lione e a conquistare l’accesso ai quarti, CR7 non solo giocherà nel suo Paese natale, ma si esibirà, magari davanti ai suoi connazionali, in due stadi nei quali ha ottimi ricordi. Al Da Luz nel 2014, guidato da Ancelotti, ha vinto la prima delle 4 Champions alzate al cielo con il Real, mentre al José Alvalade nel 2003 era in campo con la maglia dello Sporting nella partita inaugurale dell’impianto.
PRESIDENTE PORTOGALLO. La Uefa comunicherà la sua decisione su come concludere le coppe europee nel comitato esecutivo del 17-18, ma il finale pare scontato anche perché 4 giorni fa, rispondendo alla domanda di un giornalista sulle possibilità di Lisbona di ospitare le gare dai quarti in poi della Champions, il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo de Sousa, si è lasciato sfuggire: «Ad agosto ci sarà una bella sorpresa per gli appassionati di calcio qua a Lisbona». Il Portogallo avrà dunque 7 grandi partite e gli occhi di tutta l’Europa puntati addosso. Lisbona l’ha sputata su Francoforte (che però ci spera ancora e non molla...) perché la Federazione tedesca ha reputato le richieste dell’Uefa troppo “pesanti”. L’ opzione Mosca invece è stata depennata per i troppi contagi in Russia. L’accordo con la capitale portoghese è quasi chiuso.
STADI E PUBBLICO. Tanti i motivi che hanno “indirizzato” su Lisbona la scelta di Nyon. Prima di tutto gli stadi: in città ce ne sono due di ottimo livello (4 stelle Uefa) ovvero il Da Luz, 64.000 spettatori, e il José Alvalade, 50.000 posti. Tra l’altro distano in linea d’aria 2 chilometri l’uno dall’altro. In più ci sono i centri sportivi e gli stadi delle squadre di Lisbona e della zona (c’è pure il Belenenses...) per far svolgere gli allenamenti alle 8 formazioni che arriveranno. Altre ragioni che hanno “spinto” per Lisbona sono il fatto che in Champions non ci sono in corsa formazioni portoghesi e che dunque il Portogallo è il campo neutro ideale (Bayern Monaco e Lipsia hanno in parte “frenato” la candidatura di Francoforte), la presenza di un numero ridotto di casi Covid e la possibilità di avere condizioni economiche vantaggiose a livello di tasse per la Uefa.
PUBBLICO SUGLI SPALTI. Ceferin e i suoi uomini stanno ragionando sulla possibilità di aprire almeno in parte gli stadi. Vorrebbero farlo già dagli ottavi (dunque anche per Juventus-Lione?) e di questa ipotesi ne sapremo di più quando verrà illustrato il protocollo sanitario (sempre il 17), anche se poi saranno le condizioni sanitarie delle varie nazioni a renderla possibile o meno. Di certo in Portogallo questa soluzione sarebbe possibile visto che la Primeira Liga sta riflettendo se consentire l’ingresso dei tifosi già tra 2-3 settimane. Lì sono già ripresi gli spettacoli teatrali e quelli all’aperto, anche se per un numero limitato di persone, e il prossimo passo sarà il via libera agli appassionati di calcio. Chiaro che la Uefa abbia guardato con favore anche a questa prospettiva. E altrettanto chiaro che Ronaldo sarebbe soddisfatto di avere una spinta in più dalla sua gente.
PARTITE “DIVISE”. L’ipotesi è che due quarti (in gara secca) verranno disputati al Da Luz e gli altri due all’Alvalade. Possibile che i due impianti si spartiscano le semifinali e che la finale vada in scena al Da Luz. Resta il dubbio sulle date: il 6, 7 e 8 agosto dovrebbero essere disputati gli ottavi delle due Coppe (da definire il campo neutro per Inter-Getafe e Siviglia-Roma). Probabile che la Uefa punti a condensare le Final Eight di Champions in 11-12 giorni, anticipando un po’ la finale prevista per il 29 (già il 22?). Le Final Eight di Europa League invece dovrebbero disputarsi a Danzica anche se Francoforte si è candidata pure per quelle.
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