Corriere dello Sport

Su Sebastian l’ombra di Alonso

- F.s.

ché dal prossimo anno McLaren farà parte del pianeta Mercedes, un posto dove prendono forma le grandi occasioni.

PIÙ PILOTA CHE MANAGER. Vettel ha sbagliato nella sostanza e nei toni la trattativa con la Ferrari, e nel contempo non ha compreso cosa stesse succedendo dentro la McLaren e la Renault. Trattando da solo e senza un manager, si è incapretta­to in una mediazione fattasi all’improvviso complicata.

Ora, secondo indiscrezi­oni, si ritrova a contendere la Renault addirittur­a a Fernando Alonso, che anche da fermo è molto più appetibile di lui: è più forte (diciamocel­o), più stabile nella motivazion­e, capace di andar veloce anche con un carrettino siciliano, rinfresche­rebbe con Renault una bella storia fatta di due titoli mondiali (2005 e 2006), costa pure meno visto che Vettel ha rifiutato dalla Ferrari un contratto da 10-12 milioni all’anno, e il Nano oggi quasi pagherebbe per la voglia che ha di rientrare in Formula 1.

Peraltro Alonso ha sempre sinceramen­te detestato Vettel: attribuiva non a Sebastian ma alla Red Bull quella caterva di titoli vinti in serie (soprattutt­o quello del 2010 perso per un errore strategico della Ferrari, e dopo dieci anni a Maranello non hanno ancora deglutito il cappello). Inoltre sarebbe appagato dalla soddisfazi­one di renderlo disoccupat­o. E sì, funziona così: i piloti son bestiacce.

LA VASCA DELLO SQUALETTO. Ma c’è un ma che potrebbe finire per frenare entrambi: è rischioso andare alla Renault, un team deficitari­o nel progetto e dove s’aggira uno squaletto come Esteban Ocon, che a un vecchio campione potrebbe anche suonarle.

Al momento, per Vettel, l’ipotesi più prevedibil­e è un 2021 sabbatico da passare a casa con i tre figli piccoli. Un anno più opzione, o se preferite la formula di certe offerte di sconto della telefonia: per sempre.

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