Corriere dello Sport

Stop alla tassa più detestata

- M.v.

Nel “Decreto Rilancio” è presente una serie di interventi a supporto del mondo dello sport (a partire dal calcio). Il primo riguarda l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive). Una tassa istituita, nel nostro paese, nel lontano 1997, e da sempre molto contestata dagli addetti ai lavori. In questo nuovo dl il saldo Irap dovuto per l’anno 2019, così come l’acconto pari al 40% (relativo al 2020), verrà cancellato.

A onor del vero la “battaglia dell’Irap” se l’era intestata, nelle ultime settimane, il nuovo presidente di Confidustr­ia, Carlo Bonomi (ex n.1 di Assolombar­da), molto critico nei confronti delle politiche economiche del governo.

Inizialmen­te si era parlato di sospension­e di questa imposta per le imprese che avessero subito una perdita di almeno il 33% del fatturato (nell’anno precedente). Adesso, nel testo finale, è prevista l’eliminazio­ne dell’Irap di giugno per tutte le aziende (incluse quelle del “settore calcio”) fino a 250 milioni di “valore della produzione”.

Il decreto infine mette a disposizio­ne delle imprese un inaspettat­o contributo a fondo perduto. Potrà arrivare fino al 20% della differenza del fatturato o dei compensi di aprile 2020, rispetto a quelli della stagione precedente. Inoltre sarà corrispost­o dall’Agenzia delle Entrate con accredito diretto sul conto corrente delle società richiedent­i.

Sul tema si è espresso anche il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli: «Con la crisi Covid-19, siamo tornati a chiedere al governo di abolire un balzello che interviene non sull’utile delle imprese, compito demandato all’Ires (imposta sul reddito delle società), ma sulle attività d’impresa, anche se queste non producono utili». L’intervento in esame alleggerir­à il peso fiscale di molte società profession­istiche, dando, nel contempo, ossigeno alle finanze dei club.

L’introduzio­ne della cassa integrazio­ne in deroga è una delle novità più importanti di questo nuovo decreto. I lavoratori dipendenti iscritti al “Fondo Pensione Sportivi Profession­isti”, con retribuzio­ne annua lorda non superiore a 50.000 euro (per un periodo massimo di 9 settimane), potranno accedervi direttamen­te.

Si tratta di una misura “storica” mai concessa, fino ad oggi, alla categoria degli atleti. Nel complesso vale circa 21 milioni di euro solo consideran­do la Serie C. Anche in questo caso il mondo del calcio ha lottato per portare a casa un importante risultato in una fase critica dell’emergenza sanitaria.

Anche un contributo a fondo perduto Ghirelli: «Balzello che va abolito»

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Francesco Ghirelli, 71 anni

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