Luis Enrique lo aspetta nella Roja
NAPOLI - Luis Enrique o Robert Moreno, non fa differenza. Perché tutto cominciò - nel marzo di un anno fa, esattamente - quando la panchina della Roja apparteneva ancora a «Lucho», il suo «mentore» in Nazionale: poi andò come ricorderete, con un febbrone da cavallo che costrinse Fabian (persino) a soggiornare qualche giorno in ospedale e arrivederci Spagna. Ma quando Luis Enrique fu costretto ad abbandonare, travolto dal disumano dolore per l’incedere d’una malattia che a giugno gli avrebbe strappato sua figlia Xana, Fabian rimase tra i ventitré, stellina da inserire gradualmente al fianco di mostri sacri come Busquets, Parejo e Saul, e talento che Robert Moreno volle assaporare da vicino, in prima persona, aspettandone l’evoluzione ormai nell’aria.
IL BOOM. Il Fabian Ruiz eroe «Nazionale» esplode, si afferma e si impadronisce delle copertine dei media nell’estate scorsa, nell’Europeo Under 21 che va in scena in Italia e nel quale c’è l’incoronazione con tanto di lode, al fianco del titolo di «miglior calciatore del torneo». È un mese stellare, che Fabian illumina a modo suo, diventando la cometa d’una Nazionale - comunque esagerata per le qualità mostrate - che ama farsi guidare da un leader così elegante. È Fabian Ruiz-mania e si coglie nelle giocate, nell’incanto, nel rimpianto della Spagna per essersi lasciato portar via un calciatore così imponente.
COME UN GRANDE. La sua Roja, che fino a quel momento è sintetizzata nei sedici minuti finali della sfida in casa delle Faer Øer, si riempie di quel sinistro magico, di una personalità sgargiante, di altre cinque presenze, e stavolta più significative, ma soprattutto con un turn-over che sa di investitura, perché stavolta va in panchina con Faer Øer e con Malta, nella «tre giorni» che viene riservata alle Nazionali, proprio per farlo riposare, come s’usa con i grandi. Fabian Ruiz entra e (praticamente) non esce più dalla Nazionale, gioca quattro volte a destra, per andare a chiudere come fa nel Napoli con il piede «mancino», una sola volta dall’altra parte, gli «scappano» (si fa per dire) due assist e pure un gol e comunque diventa uomo di riferimento sia nel 4-3-3 che nel «rombo».
PRESENTE E FUTURO. Lui, Busquets e Saul finiscono per trasformarsi nei pilastri della Roja di Roberto Moreno; lui, Busquets e Saul restano il riferimento della Spagna che viene riconsegnata a Luis Enrique nel novembre scorso. E i «maestri» non dimenticano mai i propri allievi più intelligenti.
Ruiz ha la fiducia del ct: il prossimo obiettivo comune sono gli Europei