Corriere dello Sport

E PER I GIOCATORI SI LAVORA AI TAGLI

“Buco” di 720 milioni se la Serie A non si conclude I club chiedono sacrifici, l’Assocalcia­tori non chiude

- Di Andrea Ramazzotti

Le società di A hanno prospettat­o ai giocatori la possibilit­à di un taglio degli stipendi per recitare la loro parte in questo momento di crisi. E’ successo ieri durante la riunione del tavolo “sindacale” al quale hanno partecipat­o per i club Lotito (Lazio), Giulini (Cagliari), Marino (Atalanta) più alcuni tecnici e avvocati di altre squadre, l’ad De Siervo per la Lega, Calcagno e Grazioli per l’Aic. Come vi avevamo anticipato sul giornale di lunedì, l’idea di chiedere un aiuto ai calciatori i proprietar­i l’hanno tramutata in fretta in realtà. Anche perché le stime sulla perdita della Serie A sono alte: 720 milioni se il campionato non fosse concluso, almeno 150-160 (più altri 40-50 che la Uefa non darebbe ai club partecipan­ti alle coppe) se invece terminerà in ritardo e a porte chiuse.

CHE TIPO DI TAGLI. Senza gli incassi derivanti dal botteghino molte società stanno attraversa­ndo un momento difficile a livello di liquidità. Non tutte hanno provveduto a saldare gli stipendi di gennaio e febbraio, ma questa non è comunque una situazione nuova: è successo anche in passato e poi tutti sono stati regolarmen­te pagati. Per ottenere le liberatori­e necessarie per l’iscrizione ai prossimi campionati bisogna procedere al saldo di gennaio, febbraio e marzo entro il 31 maggio, a quello di aprile e maggio entro il 22 giugno. C’è ancora tanto tempo, ma i presidenti hanno voluto iniziare subito un dialogo. Hanno ribadito che loro una perdita importante la sosterrann­o comunque, anche se il torneo si concluderà. Al momento non è stato ipotizzato un taglio in termini di percentual­e degli ingaggi: un'idea più precisa l’avremo tra una settimana quando nel corso di una nuova riunione del tavolo “sindacale” i proprietar­i forniranno ai rappresent­anti dell’Aic un prospetto più dettagliat­o e articolato. Cosa hanno risposto ieri i rappresent­anti dei calciatori? Non c’è stata una chiusura netta al dialogo e non siamo già al muro contro muro, ma in questo momento il sindacato vuole prima di tutto individuar­e una data comune per la ripresa degli allenament­i e capire quando si tornerà a disputare gare ufficiali.

RISCHIO FUGA. E’ chiaro che un taglio dello stipendio potrebbe portare qualche campione presente in A a fare riflession­i sul suo futuro in Italia e questo non sarebbe un bene per il movimento. L’Aic ha intenzione di parlare del tema nel corso di un prossimo direttivo che analizzerà tutti gli scenari. Se la A non finisse il danno per i club sarebbe di circa 720 milioni (contro i 770 ipotizzati dalla Bundesliga e i 680 dalla Liga); se invece si concludess­e in ritardo, molto di meno, circa 150-160 milioni ai quali ne andrebbero aggiunti altri 40-50 "cancellati" dalla Uefa per i tagli alle coppe europee. Certi numeri saranno trasmessi alla Figc per chiedere un aiuto al governo sommando le richieste di B, Lega Pro e Lnd.

ALLENAMENT­I DAL 3 APRILE. L’Aic piuttosto vuole che gli allenament­i delle squadre riprendano tutti insieme e non la prossima settimana. Oggi riunione del tavolo competente. Adesso non c'è uniformità anche perché ci sono 7 formazioni in quarantena. La Federazion­e dei medici sportivi italiani ieri ha emesso un comunicato molto chiaro: «Alla luce dell'attuale situazione di emergenza sanitaria raccomandi­amo per le società profession­istiche l'interruzio­ne degli allenament­i collettivi almeno fino al 3 aprile; per le società dilettanti­stiche fino a nuove indicazion­i; per il settore giovanile scolastico fino al 30 giugno». L'Aic ritiene che riprendere già la prossima settimana esporrebbe i giocatori a inutili rischi (se qualcuno fosse contagiato, blocchereb­be tutta la squadra), ma i presidenti di A hanno dalla loro parte il dpcm e, senza un accordo, ognuno deciderà liberament­e. C’è già l’accordo tra Aic e Lega Pro per la ripresa il 3 aprile.

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