Mortadella e palleggi sulle scale alla scoperta del Pibe più felice
BARCELLONA - Se Napoli attendeva da anni l’anelato giorno dell’apparizione di Leo Messi al San Paolo, può dirsi esattamente lo stesso per Barcellona, ansiosa di vivere una grande notte europea nel palcoscenico dove il grande ex, Diego Armando Maradona, ha vissuto alcuni dei momenti d’ispirazione più sublime. Occasione propizia anche per capire finalmente a pieno, per gli spagnoli, come si è sviluppata davvero la storia del Pibe de Oro una volta lasciata la Catalogna e i passi che lo hanno elevato nell’esclusivissimo Olimpo delle divinità pallonare. Percorsi affascinanti, che un nutrito drappello di cronisti iberici ha cercato di ripercorrere in tempi record, come emerge dalle tante pagine dedicate dai giornali ai luoghi dove si è formata la parte più brillante della leggenda di Dieguito, ripescando anche alcuni aneddoti davvero gustosi.
QUEI PALLEGGI. Meta privilegiata del pellegrinaggio della stampa spagnola è stato il Museo Maradoniano di Secondigliano, gestito da Massimo Vignati, sestogenito di Mario Silvio, lo storico custode a cui furono affidate, per 37 anni, le chiavi del San Paolo. Ne viene fuori un ritratto molto familiare di Diego, dalle partite di calcetto condivise con l’attuale depositario di oltre 300 oggetti maradoniani, che all’epoca era un bambino, ai ricchi pasti cucinati da sua mamma Lucia, che all’epoca teneva in ordine e cucinava nella casa del fuoriclasse. «Andava pazzo per la cucina napoletana, per la pasta con patate e provola, per gli spaghetti col soffritto e per la fresella. Mangiava, poi, quantità industriali di macedonia di frutta e, per la partita, si faceva sempre preparare un panino con la mortadella». Il racconto più gustoso, però, riguarda un’improvvisata, chiusa con una cena preparata in fretta e furia. «Finito di mangiare, mamma era stanca. Il condominio non era provvisto di ascensore e lei non aveva voglia di scendere a portare la spazzatura. Allora si offrì Diego, che fece tutti e quattro i piani del palazzo palleggiando per le le scale, con la monnezza in mano».
In Spagna vogliono capire perché Diego ha trovato a Napoli il vero se stesso
IL TESORO. Dopo essersi stupiti davanti ai murales dedicati a